«Dove c’è sfida politica la Lega sta con noi Milano test decisivo»

Senatore Mantovani, ha qualcosa contro le donne?
«Non fa parte della mia mentalità e della mia cultura. Credo di non avere mai offeso una donna in vita mia. Era solo un’espressione goliardica. Ma una sinistra che non sa sorridere e non ha ottimismo nel cuore interpreta in modo negativo anche un’espressione scherzosa, detta in tono vivace».
Con il senno di poi, ridirebbe quella frase?
«Se è per non offendere le sensibilità di qualche donna di sinistra, sicuramente la eviterei. Ciò non toglie che sul piano politico non condivido molto la Bindi né la Concia, proprio perché sono donne di sinistra».
Roberto Lassini dice che resterà al suo posto, se sarà eletto. Che cosa risponde il coordinatore regionale del Pdl?
«L’avvocato Lassini ha preso impegni con noi, mi auguro li possa mantenere. Ha detto che avrebbe rinunciato alla candidatura, se possibile. Non è stato possibile, ora dipende da lui. Per noi il caso è chiuso».
Il voto per Palazzo Marino si chiuderà al primo turno o pensa che si andrà al ballottaggio?
«Sono sempre ottimista perché Letizia Moratti è una donna straordinaria, uno dei migliori sindaci d’Italia, che ha saputo governare una città complessa in anni difficili e nonostante tutto è riuscita a raggiungere risultati che - sono certo - altri sindaci non sarebbero riusciti a raggiungere. Expo su tutti: portarlo a casa è stata un’impresa mondiale».
Sarà un voto più amministrativo o più politico?
«È fondamentalmente un voto amministrativo che però nella vicenda nazionale assume una dimensione non solo milanese. Teniamo conto che è candidato il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, e che questo rappresenta certamente un test importante per la maggioranza e per tutti noi».
Va al voto buona parte della Lombardia. Un test pesante?
«Si vota in 232 comuni della Lombardia e in due provincie. Sono certo che ci aggiudicheremo molti comuni e che continueremo a governare con quella responsabilità e capacità che abbiamo avuto modo di dimostrare fino a oggi. Penso a Gallarate, Busto Arsizio e Varese».
Come mai Pdl e Lega corrono separati in diversi comuni?
«Soltanto in qualche Comune per questioni locali. Non è una questione che sia stata portata a livello regionale. Sul piano delle intese lasciamo fare molto ai nostri rappresentanti locali, come fa la Lega. Inutile forzare dove non c’è sintonia. Vinca il migliore».
Che cosa ha il Pdl in più della Lega perché un elettore del centrodestra dovrebbe preferirlo?
«Il Pdl è un movimento nazionale, porta in sé il germe della responsabilità sul piano politico nazionale. Diffonde un’idea e un concetto che non si ritrovano da altre parti: un nuovo assetto e un modo di amministrare innovativo, voglia di riformare il Paese e soprattutto di strappare comuni storicamente di sinistra come è avvenuto nelle ultime elezioni a Mantova e Brescia. Generalmente i nostri amministratori sono confermati per il secondo mandato e questa è una grande prova di fiducia».


A parte Milano, c’è qualche altro Comune dove il voto avrà valore simbolico? Per fare un nome: Arcore?
«Il voto è simbolico solo a Milano e Napoli, nel resto dei casi sono questioni locali. Ad Arcore c’è un candidato della Lega, non ne abbiamo fatto una questione di appartenenza politica ma abbiamo scelto i candidati migliori».

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