Economia

Draghi: "Le banche sostengano di più le pmi"

Il governatore di Bankitalia: "Non c'è alternativa alla ripresa della crescita". Il Pil crescerà dell'1% ma disoccupazione in aumento. L'Istat: povertà delle famiglie dall'11,3% del 2008 al 10,8% del 2009

Draghi: "Le banche sostengano di più le pmi"

Roma - Il pil italiano crescerà dell’1% sia quest’anno che il prossimo, trainato dalle esportazioni. La previsione è contenuta nel Bollettino economico della Banca d’Italia che ha rivisto al rialzo dello 0,3% le stime pubblicate a gennaio. Una revisione, spiegano i tecnici di via Nazionale, "in larga parte riconducibile all’evoluzione più favorevole degli scambi internazionali rispetto a quanto allora ipotizzato". Per il 2011 tuttavia, "il maggior contributo della domanda estera verrebbe sostanzialmente compensato dall’effetto della manovra di correzione dei conti pubblici". Di fatto, avverte Bankitalia, "nella seconda parte del 2010 l’esaurirsi delle misure di stimolo fiscale e nel 2011 gli effetti restrittivi del piano di risanamento dei conti pubblici disposto dal governo determinerebbero un rallentamento dell’attività produttiva rispetto al primo semestre di quest’anno". A preoccupare è soprattutto il mercato del lavoro. La ripresa, si legge nel Bollettino, "non è stata sufficiente a invertire la dinamica dell’occupazione, che nel primo trimestre ha smesso di ridursi" ma, in base a dati ancora provvisori, "nel secondo non sarebbe significativamente migliorata". Il tasso di disoccupazione, dunque, prevede Palazzo Koch, "continuerebbe a crescere nei prossimi trimestri, portandosi in prossimità del 9%, al netto dei fattori stagionali". Con effetti negativi sulla "debole" domanda interna. "Le ancora incerte prospettive occupazionali e gli effetti delle misure di riequilibrio dei conti pubblici", rileva il documento, "graverebbero sui consumi delle famiglie, che aumenterebbero di circa mezzo punto percentuale l’anno, un ritmo marcatamente inferiore a quello del prodotto. Esauriti gli effetti degli incentivi all’acquisto di veicoli non inquinanti, la spesa in beni durevoli ristagnerebbe fin verso la metà del 2011".

Draghi: "Non c’è alternativa alla ripresa della crescita" che in Italia deve essere spinta "dalle riforme", ha affermato il governatore della Banca d’Italia intervenendo all'assemblea dell'Abi, e sottolineando come "le banche hanno un posto speciale nel sostegno alla crescita" e, se forti "sono e saranno il suo pilastro". Il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, è "fiducioso" sull’esito degli stress test per le banche italiane. "I test per le banche italiane - ha affermato Draghi all’assemblea annuale dell’Abi - non potranno ovviamente che presentare risultati differenziati, ma sono fiducioso che mostreranno come le risorse patrimoniali delle singole aziende siano adeguate". Draghi ha spiegato come "i test per le banche italiane non potranno ovviamente che presentare risultati differenziati" e ha ricordato come nel primo trimestre di quest’anno il rapporto fra le nuove sofferenze e il totale dei finanziamenti bancari è rimasto stabile al 2% "e ci si attende che anche nei prossimi mesi il flusso di nuove sofferenze rimanga ingente".

Rientro dagli squilibri È però "indispensabile" accelerare il rientro dagli squilibri nei conti pubblici, dice Darghi, perché "in tutti i paesi le politiche economiche sono più che mai intrecciate e interdipendenti nelle loro conseguenze. Un’accelerazione del rientro dagli squilibri nei conti pubblici è indispensabile". "L’effetto sulla ripresa sarà positivo se il risanamento contribuirà a ridurre gli spread sui titoli sovrani, che spesso costituiscono il benchmark per la determinazione del costo del credito da parte delle banche. Ma se la nube di incertezza che permane nei bilanci bancari non verrà rimossa - ha concluso Draghi - le difficoltà di provvista continueranno".

Riforme della pa e pensioni "Il riordino dei conti pubblici e la crescita sono, insieme, condizioni essenziali per la stabilità finanziaria, la stabilità peraltro, aggiunge, "è a sua volta il pilastro su cui poggia una crescita durevole". A quest’obiettivo, prosegue Draghi, "va orientata la necessaria ricomposizione dell’intero bilancio pubblico". In questa direzione secondo il leader di Palazzo Koch vanno "le riforme già avviate nella pubblica amministrazione e quelle che innalzeranno l’età di pensionamento". Una importante "leva di sviluppo" è anche "il contenimento dell’evasione fiscale" se però "correlato alla riduzione delle aliquote gravanti sui contribuenti onesti". D’altronde, "il sentiero della politica economica è oggi stretto e arduo". Per Draghi "non ci sono alternative al risanamento dei conti pubblici, al rientro dell’espansione monetaria, alla ricapitalizzazione del sistema bancario, al ritorno dela cultura della stabilità, che è la caratteristica fondante dell’area dell’euro". Neppure ci sono "alternative alla ripresa della crescita: senza di essa quegli stessi obiettivi divengono irraggiungibili. Una crescita che non sia spinta dal debito nè dalla politica monetaria, ma che, soprattutto in Italia, trovi nelle riforme, nel cambiamento tecnologico delle imprese il suo motore".

Manovra, inevitabile agire Sulla manovra, il numero uno di Bankitalia sostiene che "Era inevitabile agire al più presto". "Se la correzione possa effettivamente consentire di raggiungere gli obiettivi di indebitamento netto potrà essere valutato solo nei prossimi mesi, anche tenendo conto del quadro macroeconomico e delle sue retroazioni sul bilancio», ha poi aggiunto Draghi, indicando anche che "la stima degli effetti del contrasto all’evasione presenta incertezze". Draghi rileva che "era necessaria una decisa correzione di rotta rispetto alle tendenze dell’ultimo decennio".

Ruolo nella lotta al riciclaggio Le banche rivestono un ruolo cruciale e fondamentale nella battaglia al riciclaggio. "Le infiltrazioni criminali e le attività economiche sono, anche per effetto della crisi, capillari. La banche- sottolinea Draghi-sono uno snodo fondamentale nella battaglia contro questa degenerazione. Devono conoscere approfonditamente il cliente e verificarne il rischio di coinvolgimento in attività illecite". "La Banca d’Italia- assicura Draghi- continua a stringere le maglie delle regole e dei controlli. Le verifiche condotte presso molte dipendenze bancarie, 120 tra le fine del 2009 e l’inizio del 2010, hanno mostrato diffuse carenze nello scrutinio della clientela, nella formazione del personale, ella procedura di segnalazione di operazione sospette". "Il ruolo dei vertici della banche è cruciale: il contrasto al riciclaggio deve divenire parte delle cultura aziendale, anche con opportune politiche di incentivazione e remunerazione del personale".

Banche più vicine alle pmi Le banche devono essere più vicine alle piccole e medie imprese. È l’esortazione che arriva, all’indirizzo degli istituti di credito, da parte del governatore. "La sensazione è che molte di queste imprese dicono che la domanda non è soddisfatta", premette il numero uno di Via Nazionale, sostenendo che sebbene le statistiche dicano che l’offerta di credito da parte delle banche stia riprendendo, un’analisi condotta con metodi diversi "indica che la situazione è un poco diversa e che mentre la domanda di credito da parte delle imprese aumenta", specie quelle che stanno riprendendo le esportazioni, "molte Pmi dicono che questa domanda non è soddisfatta".

Preoccupazione per disoccupazione e redditi "Consumi ed investimenti restano deboli, perchè i redditi reali ristagnano, le prospettive di occupazione sono incerte". È questa l’osservazione del governatore della Banca d’Italia trattando il tema dello stato dell’economia. A livello mondiale, dice, la ripresa "è diseguale, dalla tenuta incerta, ma prosegue". Il Fondo monetario Internazionale, ricorda il governatore, "stima una crescita del prodotto globale intorno al 4,5% quest’anno ed il prossimo: l’8-10% in alcuni grandi Paesi emergenti, l’1 o poco più nell’area euro". Ma, insiste Draghi, "la ripresa, trainata dalla crescita del commercio internazionale, rimane esposta a rischi: la perdurante debolezza della domanda interna nei nostri Paesi; turbolenze nei mercati finanziari che, ancora fragili, reagiscono in maniera eccessiva all’acuita percezione dei rischi sovrani; possibili tensioni inflazionistiche nei Paesi emergenti, che indurrebbero a politiche più restrittive". L’economia italiana, rileva, "beneficia della ritrovata vivacità degli scambi internazionali".

Il bollettino economico della Banca d’Italia, conclude, "presenta uno scenario per il biennio 2010-2011 in cui il volume delle esportazioni cresce del 9% quest’anno e del 5 il prossimo".

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