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Il dramma del leader Spd: «Sono malato, mi dimetto»

Platzeck lascia il partito dopo appena cinque mesi: «I medici non mi hanno dato alternative». Aveva ricomposto le divisioni tra i socialdemocratici

Salvo Mazzolini

da Berlino

La Spd, la socialdemocrazia tedesca, è di nuovo in crisi. Ma questa volta la politica non c’entra, almeno per quanto riguarda le cause della crisi. La colpa è dello stress, del logorio fisico provocato dai ritmi massacranti della vita politica. Manfred Platzeck, leader del partito, in carica da appena cinque mesi, si è improvvisamente dimesso per «gravi ragioni di salute». Un duro colpo per la Spd perché Platzeck, nonostante la breve gestione, era riuscito a ricreare un clima di concordia in un partito lacerato dai contrasti tra destra e sinistra, tra riformisti e massimalisti. Ma un duro colpo anche per la Grosse Koalition di Angela Merkel perché grazie agli interventi di Platzeck la Spd era riuscita a ingoiare i bocconi amari imposti dalla collaborazione con la Cdu, il partito della Cancelliera, rendendo possibile un governo di unità nazionale. Una storia drammatica quella di Platzeck. Poco più che cinquantenne, tedesco dell'est, quando ieri mattina ha tenuto una conferenza stampa per annunciare le sue dimissioni, appariva l’ombra di se stesso. Pallido, con grandi occhiaie, notevolmente dimagrito. Ha detto che nelle ultime settimane ha avuto una serie di malanni, disturbi cardiocircolatori, sbalzi di pressione, abbassamento dell'udito, esaurimento nervoso, tanto che è stato necessario il ricovero di urgenza in ospedale.
«È la decisione più difficile della mia vita ma i medici non mi hanno lasciato alternative tra dimettermi o andare incontro a nuovi problemi che avrebbero nociuto alla mia azione politica». Quando in novembre fu eletto leader del partito, ereditò una situazione pesante. Il suo precedessore, Franz Muntefering, si era improvvisamente dimesso mentre erano in corso le trattative per la grande coalizione in seguito alla rivolta della sinistra decisa a boicottare l'alleanza con la Cdu, avversario storico della Spd. Al Congresso straordinario Platzeck ottenne una maggioranza schiacciante, il 99,4%. Una scelta che si rivelò subito saggia. Poiché non apparteneva alla cerchia ristretta degli astri del partito, dei personaggi carismatici dotati di un peso autonomo, come Schröder o Lafontaine, Platzeck diede subito la sensazione che con la sua elezione il potere era tornato nelle mani della base. Inoltre il suo passato di uomo di sinistra, ma aperto al dialogo con i riformisti, lo aiutò a spegnere le litigiosità interne. Quasi certamente gli succederà Kurt Beck che ha appena vinto le elezioni regionali nel land della Renania Palatinato. Sarà il decimo cambio della guardia ai vertici della Spd negli ultimi sette anni.

E non è escluso che si riaprano anche i litigi interni.

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