Droga, sequestrati locali per due milioni di euro

Per trasportare la droga usavano i taxi. Spesso per pagare la corsa lasciavano sul cruscotto una «striscia» di cocaina. Li hanno intercettati per mesi gli uomini della Divisione anticrimine, da quando una mamma coraggio, stanca di vedere la figlia 21enne tornare a casa strafatta, si reca dalla polizia. Ma è qualche tempo dopo che le indagini, coordinate dal pm della Direzione distrettuale antimafia Giancarlo Capaldo, prendono la pista giusta. Ovvero quando il fratello di un componente della gang, Leo D., 29 anni, pusher di professione, decide di vuotare il sacco. Diciassette indagati, confiscati beni per due milioni di euro fra cui due bar-ristoranti, a Ostia e a Stagni di Ostia, una società di Anzio specializzata nella vendita di gioielli, 5 auto di lusso, moto di grossa cilindrata e persino 6 piranha che gli agenti hanno trovato nell'acquario del locale di viale Vasco de Gama, fino a pochi anni fa appartenente all’ex giocatore della As Roma Pedro Waldemar Manfredini, «Piedone».
Una storia di ordinaria criminalità per il litorale romano, raccolta nel 2007 dall’allora dirigente del XIII commissariato Rosario Vitarelli. «Ho ascoltato a lungo il racconto di Leo - spiega Vitarelli, oggi dirigente dell’Anticrimine della Questura -. A quel punto la cosa migliore per lui era quella di rifugiarsi in un posto sicuro, lontano dagli altri della banda». Ma è in un appartamento al quinto piano del quartiere Primavalle che si consuma la sua tragedia. Leo ha paura, teme ritorsioni, non se la sente di passare la vita a nascondersi sotto falso nome. A tre settimane dalla sua denuncia decide di farla finita e si lancia nel vuoto. L’inchiesta, intanto, è avviata. Il capofamiglia, Antonio D.S., 52 anni, è seguito passo passo dai poliziotti romani. Alle spalle un passato di un certo peso nell'orbita del clan Proietti, i «pesciaroli» di piazza San Giovanni di Dio, nemici della banda della Magliana da quando, nel ’78, Franco Nicolini, «Franchino er criminale», cade sotto i colpi di Franco Giuseppucci, Enrico de Pedis e Maurizio Abbatino. Negli anni ’80, ancora giovane, Tony viene arrestato una prima volta assieme a Crispino. Nel frattempo l’uomo continua l’attività principale sulla piazza di Ostia: lo spaccio di polvere bianca della miglior qualità. Con lui la moglie, Rosa S., 57 anni e il suo braccio destro, Mario D., fratello del suicida. Il blitz scatta l’altra mattina per le strade centrali di Ostia quando più di 50 poliziotti armati fino ai denti fanno irruzione nel bar di fronte ai lotti ex-Iacp. «Si tratta di una delle prime volte in Italia - conclude Vitarelli - in cui viene applicata la nuova normativa sui sequestri preventivi dei beni.

Grazie a questa legge si possono colpire anche incensurati di cui si dimostra la pericolosità limitatamente al momento in cui acquista il bene». I tre, in attesa del processo, sono sottoposti al regime di sorvegliati speciali con l’obbligo di dimora. yuri9206@libero.it.

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