Drogba spaventa Lippi, ma Diana lo salva

Dopo la qualificazione degli azzurrini di Gentile, la federcalcio vuole organizzare la fase finale. Per preparare Euro 2012

P ensaci, Giacomino Del Piero. Pensaci, Del Piero. È bene che Alex ripensi alla sua carriera juventina e alla sua volontà decisa di non cambiare mestiere e ruolo. È capitato a gente del carisma e del valore di Sandro Mazzola, di Giampiero Boniperti per riferirsi alla sua Juventus, può accadere anche a lui che ha un passato trasparente di attaccante. Nella Juve, oltre che nella Nazionale, Del Piero ha un potenziale futuro da trequartista, suggeritore dietro le punte. Ieri sera a Ginevra, dopo Amsterdam, ne ha fornito una riprova eccellente. La cronaca riferisce di un lancio calibratissimo e ispirato a favore di Iaquinta in area di rigore, per tacere di altri spunti, qualche giocata di genio. Se Del Piero accettasse, anche nella Juve oltre che in azzurro, di cambiare ruolo e mestiere, diventerebbe non solo il terzo della graduatoria degli attaccanti a disposizione di Capello, dietro Trezeguet e Ibrahimovic che restano i numeri uno, ma potrebbe concorrere al posto di Nedved, per esempio. Insomma raddoppierebbe in un colpo solo le possibilità di impiego.
L’invito a meditare vale anche per Lippi, da ieri sera. È dimostrato che la Nazionale col tridente ha un suo fascino, oltre che una sua forza calcistica, un modo di imporre gioco e di preparare il gol che fa la differenza rispetto ai rivali.

Senza l’ispiratore, Totti o Del Piero appunto, col 4-4-2 tutto operai specializzati allestito dopo l’intervallo di Ginevra, è venuta fuori una squadra con due attaccanti abbandonati al loro destino e un centrocampo incapace di ispirare le manovre senza scoprirsi in modo pericoloso (di qui il gol preso in contropiede classico da Drogba). Quel sistema di gioco, il più difensivo in assoluto, può servire in corsa, quando bisogna sigillare un successo. Non durante, quando c’è da costruire la partita. Pensaci, Giacomino Lippi.

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