Avrebbero dovuto provvedere a lei, anziana e non più in grado di intendere e volere, invece avrebbero approfittato della sua debolezza e della sua età avanzata per impossessarsi di tutti i suoi beni. E ieri il gup del Tribunale di Tivoli le ha rinviate a giudizio con l'accusa di circonvenzione di incapace. Il 3 febbraio comincerà il processo e in aula le due badanti italiane di Vittoria Cagna, una pensionata di 85 anni residente a Rignano Flaminio, dovranno convincere il giudice che non è vero, come ritiene la Procura, che avrebbero sottratto alla vecchietta circa un milione di euro in contanti, oltre ad un appartamento in via Tito Livio, a Roma, valutato 850mila euro, e un terreno.
Contro Maria Teresa D'Antoni, 48 anni, e Filomena Raucci, 42 anni, la denuncia del fratello della donna, insospettito dai continui ed ingenti prelievi bancari che risultavano effettuati dalla sorella. Sempre il familiare avrebbe scoperto che le due collaboratrici domestiche si erano fatte intestare anche la casa e un terreno. E non deve essere stato difficile riuscirci, dal momento che, come stabilito dalla perizia psichiatrica disposta dal magistrato, le condizioni psichiche dell'anziana al momento dei fatti «erano tali da scemare grandemente la sua capacità di intendere e di volere e soprattutto di provvedere ai propri interessi». Del resto le due badanti avevano una certa esperienza nel settore. Nei loro confronti, infatti, pende un altro procedimento presso la Procura di Roma.
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