Due fendenti al torace Tunisino in fin di vita

Due fendenti al torace Tunisino in fin di vita

Nonostante gli aumentati controlli delle forze dell'ordine, che hanno messo «in difficoltà» spacciatori, borseggiatori e prostitute, la Centrale continua a rimanere un luogo ad alto rischio. Luogo di incontro per definizione per sbandati e trafficanti di droga e refurtiva, anche l'altro giorno è stato teatro di un feroce duello rusticano tra nord africani che per un miracolo e si è concluso «solo» con un uomo in prognosi riservata e altro in galera.
Centrale dunque non solo nel senso di stazione ma anche di ogni sorta di piccoli reati che vengono quotidianamente consumati. Qualche anno fa la situazione sembrava essere ormai sfuggita di mano, con risse continue, aggressioni, rapine. Per tacer dei borseggi ai danni dei viaggiatori, vera specialità di giovani zingarelli, spesso sotto i 14 anni e per questo non punibili. Piccole bande che agivano alla luce del sole e per fare qualche «scoop» bastava attendere con una macchina fotografica per documentare le diverse tecniche agguato. Tanto i furti avvenivano alla luce del sole.
Negli ultimi tempi questura, carabinieri e polizia locale hanno intensificato la sorveglianza e la soglia di reati è drasticamente scesa. Senza tuttavia riuscire a normalizzare del tutto la situazione. Qualche giorno fa un paio di clandestini dell'Est si inseguirono armati di coltelli all'interno dell'atrio, e nella concitazione ferirono un passeggero. L'altro pomeriggio invece un marocchino di 18 anni e un tunisino di 23, clandestini e senza fissa dimora, hanno deciso di dirimere i loro dissapori in punta di coltello. Ha avuto la meglio il primo che, armato di un coltello con oltre venti centimetri di lama, ha inferto due profondi taglia al torace e all'addome all'avversario.
Dopo l'intervento di 118 e carabinieri, il tunisino è finito al Policlinico in prognosi riservata, anche se non dovrebbe correre pericolo di vita, e il marocchino a San Vittore accusato di tentato omicidio.

I militari hanno tentato di capire cosa fosse successo, scontrandosi con la consueta omertà: «Conosco il marocchino di vista, si era messo a litigare con un mio connazionale, di cui non so il nome, e ho cercato di dividerli» ha detto il ferito. Piccola variante rispetto il solito: «Non so chi sia ne perché mi abbia aggredito».

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