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Due svedesi, belle e bionde infiammano Goteborg

nostro inviato a Goteborg

Facce da bambole, grinta da tigri. Capaci di mandare fuori di testa uno stadio intero. Ieri era il giorno delle barbie di Svezia. Carolina Kluft come antipasto nel lungo, poi le due gemelle dei 100 ostacoli in attesa della regina. La regina è Kajsa Bergqvist, insostenibile bellezza scandinava, viso luminoso, la cavalletta del salto in alto, regina del cielo con l’hobby della cucina. Le gemelle sono Susanna e Jenny Kallur. Susanna più giovane di un paio di minuti e forse sarà per questo che vince sempre lei. Riconoscibile per il pedigree di successo e per aver leggermente ossigenato i capelli, rispetto all’altra.
Susanna potrebbe essere la baby sitter che ogni bambino, ed ogni papà, vorrebbe: dolce e morbidosa. Ha 25 anni e una vita da zingara, dietro al padre che è stato uno dei più grandi hockeisti svedesi di ogni tempo, stella dei New York Islanders, vincitore di quattro campionati professionisti americani. Susanna e Jenny sono nate a New York, tengono a dire che sono svedesine purosangue, ma non si sono mai sognate di praticare lo sci di fondo pur se vivono a Falun, quel nord di Svezia dove sono regine le specialità nordiche. Ieri Susanna ha tenuto in piedi un intero stadio per quei 13 secondi della sua finale. Pronti via e un muro umano a spingere dalle tribune. Eppoi la faccia di una Svezia felice, boato da gol della finale di coppa del mondo, esaltazione dietro quella ragazza dal sorriso che conquista: un po’ Audrey Hepburn e un po’ Julia Andrews. L’altra, cioè Jenny, ha remato indietro: solo settima. Altra storia rispetto agli europei indoor 2005 in cui arrivarono prima (naturalmente Susanna) e seconda. Niente male per due ragazze che, fino ai 15 anni, si sono provate nella ginnastica artistica e solo nel ’97 sono passate agli ostacoli. Susanna, per il vero, voleva diventare saltatrice in alto, ma con il suo metro e 71 ha capito che non sarebbe andata lontano. Non tutti sono Kajsa Bergqvist, un metro e 76 sempre pronta a sfiorare il record del mondo (2,09) della Kostadinova.
Ieri pareva che tutto fosse pronto: uno stadio per lei, mentre nell’aria stava svanendo l’effetto Kallur. La dolce tigre ha illuso fino ai 2,01. Bello stile, bell’effetto, bella donna. Le altre parevano racchiette di successo (le nostre azzurre De Martino e Meuti avevano già lasciato la compagnia), compresa la belga Hellelbaut, che poi ha vinto con tanto di record nazionale (2,03 al primo salto). Invece Kajsa, proprio ai 2 metri e 03, ha mollato il primo colpo al cuore di Svezia: asticella giù. L’Ullevi stadion ha trattenuto il respiro. Un immenso «nooo!» ha percorso le tribune. Kajsa si è preoccupata, ha giocato il jolly: subito i 2 e 05. Due salti, il secondo ha rotto l’urlo in gola a tutti. I visi pallidi di Goteborg sono diventati ancora più pallidi.

La regina ha perso, ma non il trono nel loro cuore.

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