Duomo, la soprintendenza boccia la torre di luce

Il direttore regionale Artioli si dice contrario all’installazione di led alta 30 metri selezionata dal concorso del Comune: «Così la piazza rischia il sovraffollamento». E il sindaco promuove l’albero Tiffany: «Nuovo progetto, rispetta il Natale»

Morto un albero se ne fa un altro. Mentre risalgono, anche se con difficoltà, le quotazioni dell’albero griffato Tiffany, scendono, prima ancora di nascere, quelle dell’albero, o meglio della Torre luminosa del progetto Led. L’installazione multicolore, firmata da Luca Trazzi, selezionata tra i progetti del festival internazionale della luce, Led, dovrebbe essere esposta dal 4 dicembre al 10 gennaio in piazza Duomo. Ai piedi della torre vetture Audi, sponsor dell’iniziativa. «Ci piace immaginare la torre luminosa - spiega l’assessore all’Arredo urbano Maurizio Cadeo, promotore del festival - come la luce di riferimento di piazza Duomo. Così come vorremmo che la torre diventasse un po’ il simbolo di luce di Expo 2015 e ancor prima nel 2012 della giornata mondiale della famiglia».
Ma la Soprintendenza, cui è stato inviato un render dell’installazione per il via libera, boccia il progetto. «Esprimiamo forti dubbi sull’installazione T_Energy perchè si rischia il sovraffollamento della piazza: contemporaneamente, infatti, ci saranno davanti alla cattedrale oltre all’albero di Natale, le installazioni e gazebo per l’inaugurazione del Museo del Novecento all’Arengario, Curved air una seconda scultura luminosa del concorso Led in piazzetta Reale e questa torre. Francamente è troppo - spiega il Soprintendente per i Beni architettonici della Lombardia Alberto Artioli -. Siamo molto perplessi: l’elemento principale dovrebbe essere l’albero di Natale».
Nella stessa giornata intanto il sindaco promuoveva - dopo averlo bocciato giovedì sera dalla poltrona del Chiambretti Night l’altro progetto contestato, quello dell’albero di Natale griffato Tiffany: «Abbiamo rivisto profondamente il progetto e ancora lo stiamo rivedendo. Come il progetto iniziale a mio avviso rispettava il simbolo del Natale, così il nuovo progetto profondamente diverso, sicuramente va nel senso della socialità, del Natale. Credo che possa essere un progetto bello per la città». La revisione in chiave charity - all’interno della gioielleria verrà messo un salvadanaio per la raccolta fondi a favore dell’Airc, cui verrà devoluta anche una parte degli incassi del negozio, così come una parte andrà alla Fabbrica del Duomo per il restauro della Guglia maggiore - anche dal punto di vista estetico, ha fatto cambiare idea al sindaco. Trasformare l’iniziativa in una manifestazione di beneficienza, a favore della Fabbrica del Duomo che non può permettersi di finanziare gli interventi di conservazione e restauro della Cattedrale, sembra aver sedato in parte le polemiche della Curia.

Se due giorni fa l’arciprete del Duomo, monsignor Luigi Manganini aveva detto: «In tempi di crisi una gioielleria davanti al Duomo ci offende», ieri nè il cardinal Bagnasco nè l’arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi, interevenuti all’intitolazione della Centrale a Santa Cabrini hanno voluto tornare sul tema. Monsignor Manganini invece si dice disponibile a parlarne, e ribadisce: «la piazza è simbolica. Anche nell’accogliere la beneficienza ci vuole coerenza».

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