Augusto Pozzoli
Ispettori nelle scuole superiori milanesi per capire come nasce la contestazione studentesca di questanno, quella che vede in campo ragazzi (ma soprattutto ragazze) che per imporsi ricorrono a picchetti, cercano lo scontro anche fisico, e provocano danni alle strutture scolastiche di cui si impadroniscono. Lo ha annunciato il direttore scolastico regionale Mario Dutto preoccupato di quel che è successo nei giorni scorsi soprattutto al Parini e al Berchet, due dei licei più prestigiosi della città. «Arriveranno gli ispettori perché non siamo di fronte a normali agitazioni dice Dutto che ormai le scuole hanno imparato a gestire. Qui il problema vero è quello di una ristretta minoranza di studenti che pur di farsi valere ricorrono a sistemi che non possono essere tollerati. Anche in questi giorni si è visto: gente che in assoluta minoranza decide di occupare senza rispettare alcuna elementare regola di democrazia. Sono forme di prevaricazione che talora sfociano nella violenza. Un fenomeno nuovo di fronte a cui ci sentiamo impreparati. Per questo tutti insieme dobbiamo cercare di capire per vedere come fronteggiare la situazione».
Già ieri il direttore scolastico ha riunito un gruppo di dirigenti scolastici particolarmente esposti a questo fenomeno. Quelli del Berchet e del Parini in particolare, ma anche altri non ancora toccati da queste forme di violenza. In genere i licei dove si è fatta la scelta del trimestre, quindi gli studenti erano impegnati nei compiti in classe e nelle interrogazioni per guadagnarsi dei buoni voti sulle prime pagelle. Pagelle che al Carducci, ad esempio, sono già state distribuite. In queste scuole si dà per scontato che alla ripresa delle lezioni dopo le vacanze di Natale riesploderà la contestazione. Con le solite modalità. Un piccolo gruppo di studenti decide che la scuola va occupata, o comunque bloccate le lezioni. Non importa se non cè il consenso della maggioranza dei loro compagni. Occupazione per far che cosa? Le esperienze recenti dimostrano che questi studenti presenti in una trentina di scuole superiori non riescono poi a sviluppare unattività alternativa con qualche seria progettualità. Per lo più una contestazione a base di slogan elaborati presso il Cantiere, il loro punto di riferimento. Si tratta in realtà di gruppi di studenti del tutto isolati, delle vere e proprie schegge impazzite che spesso trovano negli stessi studenti i loro primi oppositori. Ai picchetti del Parini, ad esempio, lo scontro più violento è avvenuto proprio tra questi contestatori e gli studenti aderenti a normali liste di sinistra.
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