Marino Smiderle
da Padova
Hai voglia a scavare fossati. Certo, per il momento lamministrazione di centrosinistra di Schio (Vicenza) è riuscita a sgombrare un campo che i nomadi avevano occupato abusivamente con le loro roulotte; e poco importa se, nel frattempo, si sia sollevato un polverone zeppo di accuse politically correct. «Queste cose non si fanno» gridano i «corretti», a maggior ragione se alla guida di un municipio cè una giunta timbrata dal marchio doc in materia di gestione dei contrasti sociali. Però se, come sostiene Renata Paolucci, vicepresidente nazionale dellOpera Nomadi, e presidente della sezione padovana, sono alle porte almeno centomila zingari provenienti dalla Romania quanti fossati dovremo scavare per convincerli a girare al largo? A lanciare lallarme, dalle colonne del Gazzettino, è proprio la Paolucci, insegnante di scuola media in pensione, entrata in contatto col mondo dei rom e dei sinti qualche anno fa, insegnando in uno dei corsi attivati dal comune di Padova a beneficio di queste popolazioni nomadi. Lapproccio che la Paolucci ha nei confronti del problema, come si può intuire, è di tipo sociale. Contrariamente alla maggioranza dei cittadini padovani, e di tutto il Veneto in generale, che vede negli zingari una fonte di criminalità che solo i sociologi e qualche magistrato di larghe vedute definiscono «micro», la vicepresidente di Opera Nomadi sostiene che lopinione pubblica «è piena di pregiudizi, sospetti, disorientamenti. A partire dal nome nomadi. Anche noi dell'Opera Nomadi, ente riconosciuto dallo Stato, dovremmo cambiare nome, ma è difficile per la burocrazia. Perché parlare di nomadismo ormai ha poco senso. Questi zingari vogliono sempre più starsene fermi». E quindi, ulteriore passo nel ragionamento, occorre che lo Stato si faccia carico di una politica che preveda un certo sostegno, un aiuto. Figurarsi, già il governo Prodi ha i suoi problemi per quadrare il cerchio di una Finanziaria zeppa di tagliole, non si capisce bene come possa inventarsi una tassa pro-zingari. Il punto è che, sostiene la Paolucci, da Romania e Bulgaria, prossimi candidati allingresso nellUnione Europea, si sta prefigurando un futuro esodo di zingari, con tanto di lasciapassare legale di Bruxelles. «Già adesso ha detto al Gazzettino la Paolucci - intere famiglie, donne incinte, nonni e bimbi, vivono per settimane sopra alcuni cartoni, al riparo di una tettoia. Abbiamo parlato con loro: vengono dalla Romania con mezzi propri, auto scassate. Vivono come possono. Ma sarà sempre peggio. Ne abbiamo parlato più volte col ministero degli Interni. Abbiamo fatto due conti. Dalla Romania potrebbero arrivare dai 50 ai 100mila zingari ridotti ormai alla fame. Punteranno alle grandi città. Ma transiteranno per Friuli e Veneto. I segnali dellinvasione di zingari romeni ai quali dovremo prepararci sono precisi. Attendono solo lingresso della Romania in Europa per potersi spostare facilmente in Italia. Ma non è tranquilla nemmeno la situazione della Bulgaria».
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