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E adesso i campioni del golf vanno tutti a scuola di doping

A scuola di doping: i golfisti dell'US PGA hanno ricevuto come «regalo» di Natale il manuale delle sostanze vietate. Il tutto, da digerire in sei mesi insieme ai tradizionali dolcetti di fine anno. Al posto dell'introduzione, la raccomandazione di leggere bene le istruzioni, poiché durante il circuito sono previsti test sia in competizione che fuori dalla competizione. E chi volesse azzardare qualche alterazione chimica delle proprie performance, non avrà vita semplice. «Si tratta di stare sempre a disposizione - ha spiegato Tiger Woods - dal primo giorno all'infinito, ogni volta che vogliono, fino a quando si gioca. E a me sta bene. Seguo ormai da anni un programma nutrizionale». Dalle prime reazioni suscitate dall'iniziativa lanciata un mese e mezzo fa dal PGA, il tomo sembra essere decisamente indigesto. Anche sua autorità in persona, Tiger Woods, ha etichettato il manuale come «incredibilmente pesante», pieno com'è di informazioni. A riprova, Zach Johnson, campione dello US Masters, ha affidato il manuale al suo allenatore. Per fortuna, tutti gli altri giocatori del circuito, hanno come ulteriore strumento a disposizione una linea telefonica attiva 24 ore su 24, con esperti pronti a risolvere qualunque dubbio in merito. Almeno potranno contare su una voce amica che possa spiegare la sostanza di pagina 30 o 40. Il manuale prevede dieci categorie di sostanze vietate, che vanno dagli steroidi anabolizzanti all'ormone della crescita, passando per narcotici e betabloccanti.
Il percorso didattico prevede, poi, questo mese, la partecipazione ad un convegno sulla politica antidoping.

Per Jim Furyk, invece, il problema che assilla di più i giocatori non è tanto la conoscenza delle sostanze dopanti, ma riguarda le prescrizioni di medicinali, che potrebbero essere considerate doping.

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