da Ramallah
«Dovete liberarlo immediatamente». Il piglio con cui Ismail Haniyeh chiede il rilascio rapido e incondizionato di Alan Johnston, il corrispondente della Bbc rapito lo scorso 15 marzo, sembra la solita smargiassata del giorno dopo. Secondo fonti ben informate del Giornale a Gaza, il diktat di Haniyeh potrebbe, però, diventare realtà entro pochi giorni. Le rivendicazioni del gruppo legato ad Al Qaida che afferma di detenere il giornalista e le richieste rivolte al governo inglese di liberare alcuni esponenti radicali detenuti a Londra sono, secondo quelle fonti, una semplice cortina fumogena. «Il vero motivo - spiega la fonte anonima assai addentro alle vicende di Gaza - risale alla cattura del caporale israeliano Gilad Shalit, per la quale giocarono un ruolo fondamentale il cosiddetto «Esercito islamico» e i comitati di Resistenza popolare. Questi ultimi erano controllati dal clan dei Dormush e lEsercito islamico dal fratello dissidente del clan Mumtaz Durmush. Grazie alla loro esperienza di contrabbandieri e delinquenti i Dormush scavarono i tunnel utilizzati dai guerriglieri per cogliere alle spalle gli israeliani. In cambio di quella collaborazione Hamas riconobbe loro due terzi delle quote del sequestrato. Ma quando si arrivò alla trattativa con Israele per il rilascio del caporale, Hamas ricomprò quei due terzi di quote pagando 150mila dollari ai Comitati popolari e 150mila dollari allEsercito islamico. A spargere zizzania ci pensò Mohammad Dahlan, che fece credere ai Dormush di esser stati fregati. Da allora tra Hamas e quel clan protetto dalla Sicurezza preventiva di Dahlan è stata guerra aperta.
E adesso preparano la liberazione del reporter inglese
Sequestrato tre mesi fa, il corrispondente della Bbc Alan Johnston è finito in un braccio di ferro tra clan rivali
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