La tregua concordata da una commissione di 42 anziani dei villaggi della zona di Bala Mourghab e discussa con rappresentanti di governo e insorti è stata annunciata da Kabul alla fine di luglio. I grandi demiurghi dell'accordo sono Jelani Popali, un fedelissimo di Karzai, responsabile del coordinamento provinciale e Mullah Badar, un 52enne ex comandante della resistenza anti sovietica rispettato da talebani e governativi. Per l'amministrazione Karzai il cessate il fuoco è un modello da estendere ad altre province nel quadro della complessa trattativa per dividere le forze talebane moderate e quelle più legate ad Al Qaida.
Per Mullah Badar, incontrato da Il Giornale a Bala Mourghab, l'accordo resta sostanzialmente locale. «Qui non ci sono esponenti stranieri legati ad Al Qaida e gli oppositori sono sostanzialmente locali» spiega. «La commissione dei 42 anziani sotto la mia guida ha soltanto chiesto la costruzione di una strada asfaltata dal capoluogo provinciale a Bala Mourgab e il ritiro dell'esercito dalle case di alcuni villaggi. In cambio abbiamo fatto capire ai capi talebani che rischiavano di perdere l'appoggio della popolazione e li ha convinti a ritirarsi». I guerriglieri hanno accettato di ritirare i loro uomini ad almeno 5 chilometri da Bala Mourghab.
L'accordo non garantisce al governo il controllo dei principali seggi della zona. «Anche dopo la tregua solo 12 dei 33 distretti elettorali resteranno sotto il nostro controllo, negli altri la sicurezza spetterà ai capi villaggi e in alcuni saranno coinvolte persino le forze degli insorti» - spiega il generale afghano Ghulam Faruq. Domenica scorsa i 42 anziani della commissione si sono ritrovati nella base di Bala Mourgab per una assemblea tribale a cui ha presenziato il comandante italiano generale Rosario Castellano assieme al governatore della provincia di Badghis e al rappresentante del Dipartimento di Stato per la zona.
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