E Berlusconi scherza con Mubarak

da Roma

Siparietto a sorpresa durante la conferenza stampa di Berlusconi e Mubarak, che ha aperto ieri il summit italo-egiziano a margine dei lavori del congresso Fao. I cronisti ascoltano a lungo i temi delle intese assunte tra i due paesi, resi più solidi dopo il colloquio tra i leader, ma chiedono chiarimenti non sugli accordi raggiunti nel «partenariato strategico», quanto sul tema caldo dell’immigrazione.
Berlusconi sfodera uno dei suoi consueti sorrisi e replica guardando l’ospite: «Immagino che anche lei sarà subissato di domande su questioni di politica interna... vorrà dire che verrò a scuola da lei per sapere come riesce a superare queste domande, visti i suoi 30 anni di permanenza al potere». Risate generali, ma niente pacche sulle spalle. Ci tiene anzi a sottolineare il presidente del Consiglio che il suo atteggiamento in politica estera è quello di uno «scambio di cortesie» che non ha nulla a che fare appunto con la tattica della pacca sulle spalle. Il premier ha fatto sapere infatti che al termine dei loro colloqui c’è stato un reciproco invito tra lui ed Hosni Mubarak. «Il presidente egiziano - ha detto Berlusconi - mi ha invitato per una trasferta di alcuni giorni in Egitto. Gli ho detto però che il lavoro è tanto e che nei prossimi mesi non potrò farlo, anche se arriverà il momento in cui sarà possibile. Io ho contraccambiato offrendogli un week-end nel parco botanico di villa Certosa e lui mi ha detto che ha intenzione di accettarlo.

Continuiamo su questa strada che non è la politica delle pacche sulle spalle come qualcuno dice ancora, ma è la politica della stima, dell’approfondimento delle posizioni di ciascuno e del contributo che ognuno di noi può dare per una situazione che preoccupa quale è quella del Medio Oriente».

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