E Berlusconi sfida i ribelli del Pdl: "Lascerò solo per via democratica"

Il Cavaliere teme un agguato parlamentare nel voto segreto su Milanese. Ma avverte i gufi: non possono essere i pm a dirmi di farmi da parte. Cicchitto mediatore: "Bisogna consolidare il patto con la Lega, ma anche aprire all'Udc"

E Berlusconi sfida i ribelli del Pdl: 
"Lascerò solo per via democratica"

Roma - L’affondo delle opposizioni è arrivato ieri. Ma già venerdì sera, davanti a una gigantesca torta panna e lamponi in onore delle nozze della nipote Luna, Silvio Berlusconi aveva dato la sua risposta al pressing di Pd, Idv, Udc e Fli che gli chiedono di fare un passo indietro. L’occasione è la festa di matrimonio della figlia del fratello Paolo in un locale di Milano, una serata in famiglia che contribuisce a riportargli un pizzico di buon umore. Anche se con i suoi interlocutori il Cavaliere non nasconde tutta «l’amarezza» per il fiume di intercettazioni che in queste ore sta finendo in pasto ai giornali, «una cosa senza senso» visto che «non c’è alcun reato». Mentre in pista si balla, però, il premier ribadisce a chi ha davanti che non ha alcuna intenzione di mollare. Perché «solo chi non mi conosce può illudersi che io abbia solo pensato una cosa simile». Nella sua testa, dunque, a questo governo non c’è alternativa. Nemmeno quella di un Berlusconi bis. Una risposta alle opposizioni, ma pure un segnale a chi nel Pdl ha iniziato le grandi manovre in vista del dopo Cavaliere. Qualcuno, infatti, evoca il rischio che i frondisti - da Gianni Alemanno a Roberto Formigoni, passando per Claudio Scajola - decidano di accelerare, magari già dalla prossima settimana quando la Camera si pronuncerà sulla richiesta di arresto per Marco Milanese. Ma quando gli fanno presente che all’interno del Pdl sta crescendo il fronte dei malpancisti, il premier è tranchant: «Bravi a parlare, ma li voglio vedere all’opera... Chi sono? Quanti voti hanno?». Berlusconi, insomma, tira dritto. Perché, dice, «sono stato eletto democraticamente e lascerò solo per via democratica». E ancora: non possono essere i magistrati a dirmi di farmi da parte, ma i cittadini attraverso le elezioni. Un ragionamento che potrebbe anche lasciare intendere la tentazione di ripresentarsi nel 2013 visto che, spiega Daniela Santanché, «in politica due anni sono un’eternità in cui può succedere di tutto».
Adesso, però, il problema sono le prossime ore. O, ad essere più precisi, i prossimi giorni. In cui si attendono nuove intercettazioni (qualcuno nel Pdl butta lì che da Bari potrebbero uscire anche quelle coperte da omissis), senza contare che la procura di Napoli ancora non si è espressa sull’ipotesi di chiedere l’accompagnamento coatto per interrogare il premier sulla presunta estorsione a suo carico (eventualità che al momento sembra però remota). Domani, intanto, tocca all’udienza Mills a cui, salvo sorprese, dovrebbe partecipare il Cavaliere che ieri - chiuso ad Arcore - ha continuato a studiare la strategia difensiva.
Ma il passaggio chiave potrebbe essere proprio quello su Milanese visto che Antonio Di Pietro ha annunciato che l’Idv chiederà il voto segreto. E nel segreto dell’urna c’è il rischio concreto che ai deputati dell’opposizione si sommino i tanti della maggioranza che mai hanno troppo amato il duo Tremonti-Milanese insieme ai cosiddetti frondisti. Senza contare le agitazioni interne al gruppo della Lega, dove i «maroniani» potrebbero contribuire a far saltare il banco. Con sullo sfondo le parole sibilline di Umberto Bossi che qualche giorno fa lasciava intendere di non credere che il governo possa durare fino al 2013. Un Senatùr che ancora non avrebbe risposto all’invito a cena per domani sera recapitatogli da Berlusconi. Una situazione che spinge i pontieri di sempre a rilanciare l’ipotesi di un allargamento della maggioranza. «Bisogna consolidare l’alleanza con la Lega ma anche aprire un confronto positivo con l’Udc», dice Fabrizio Cicchitto.

Seguito da altri big del Pdl, da Maurizio Sacconi ad Altero Matteoli passando per Maurizio Gasparri. E anche Mariastella Gelmini è per un «allargamento della maggioranza», mentre dalla festa del Pdl di Cortina Giancarlo Galan invita Berlusconi a «elaborare un progetto» che superi le divisioni.

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