Cronaca locale

E il controesodo dei milanesi mette la parola fine alla gran serrata

Week end da bollino rosso sulle autostrade italiane con traffico intenso e lunghe code ai caselli. Tra ieri e oggi infatti sono rientrati la maggioranza dei milanesi e la città è tornata a popolarsi. Così si rialzeranno le serrande delle centinaia di negozi che hanno chiuso ad agosto, creando parecchi disagi a chi è rimasto in città. Per non parlare dei servizi: solo 9 su 15 uffici dell’anagrafe sono rimasti aperti nelle settimane centrali del mese, tanto per fare un esempio.
Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio di Milano anche quest’anno la settimana peggiore è stata quella a cavallo di ferragosto, con aperti meno del 5% degli esercizi commerciali, mentre la terza è andata meglio con il 25%. Domani dovrebbero riaprire il 90% dei negozi. Così per il direttore dell’Osservatorio Massimo Todisco non ha funzionato nemmeno il servizio telefonico che dava informazioni sui negozi aperti zona per zona. «Ho chiamato lo 020202 fingendo che mi si stava allagando la casa - racconta Massimo Todisco - mi hanno suggerito di chiamare i pompieri, ho chiamato lo stesso numero chiedendo un meccanico aperto e mi hanno risposto di guardare sulle pagine gialle». A patire questo deserto d’agosto stando alle analisi dell’Osservatorio residenti in periferia senza l’auto o un supermercato nelle vicinanze e i turisti che ascoltando consigli di tour operator non si sono fermati neanche una notte a Milano. Bar e ristoranti, alberghi e boutique del lusso avrebbero perso per mancati introiti, stando alle stime dell’Osservatorio, 90 milioni di euro rispetto a luglio.
La soluzione? Fare come a Torino, suggerisce Todisco: con un’ordinanza il sindaco ha obbligato 50 bar e ristoranti nel centro, estratti a sorte, a restare aperti.

Chi sgarra? Multa di 2000 euro e da uno a sei giorni di chiusura a settembre.

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