Roma - Anche il pm Luigi De Magistris finisce sul registro degli indagati. Il reato ipotizzato dalla Procura di Salerno è l’abuso d’ufficio. L’iscrizione sarebbe scaturita al termine dei primi accertamenti sulle circostanze denunciate dal senatore di Forza Italia Giancarlo Pittelli, indagato da De Magistris nelle inchieste «Poseidone» e «Why Not». Lunedì De Magistris è atteso in Procura a Salerno per rilasciare dichiarazioni spontanee in merito alla querelle con il procuratore capo di Catanzaro Mariano Lombardi in ordine all’avocazione del fascicolo che vede indagati Prodi e Mastella. Nonostante i «molti inviti a non partecipare arrivati dagli amici più cari» De Magistris ieri ha partecipato in diretta al dibattito tv di Michele Santoro, ad Annozero. «Anche un magistrato che ha adottato sempre la linea del silenzio come me, a un certo momento sente il dovere di parlare - spiega De Magistris -. Stanno facendo il vuoto intorno a queste indagini». Quasi tutti coloro che hanno collaborato con lui nelle diverse inchieste «hanno subito intimidazioni, pressioni e tentativi in ogni modo per allontanarli dall’indagine». La pallottola a Mastella? «Episodio inquietante che dimostra come ci sia qualcuno che mesta nel torbido. Ma evitiamo di far pensare che ci sia un dualismo, una contrapposizione che alimenta questo clima».
In studio c’era anche il gip milanese Clementina Forleo, che ha rivelato di aver denunciato «colleghi, appartenenti alle istituzioni e alle forze dell’ordine che hanno messo in atto tentativi di discredito nei miei confronti. Se si toccano i fili, si muore. Per questo dicono che i giudici forti è meglio per tutti che stiano a casa».
De Magistris ha cercato di non presentarsi nei panni della vittima, del paladino isolato: «Chiedo al Csm di sapere se ci sono le condizioni per esercitare questo lavoro in Calabria. Voglio continuare a fare il magistrato, seguire le indagini a cui ho lavorato mattina, sera e notte. Non voglio trascinare nessuna folla. Non sono nemico di Clemente Mastella, ho il massimo ossequio per la Costituzione e le istituzioni della Repubblica». Nega di sentirsi accerchiato, ma registra «una certa mortificazione che è molto rilevante per un magistrato che nel giro di 7-8 mesi si è visto sottrarre indagini importanti».
L’avocazione dell’inchiesta «Why not» da parte del procuratore capo di Catanzaro e poi da parte del procuratore generale facenti funzioni dello stesso capoluogo «sono atti illegittimi» secondo De Magistris.
Per il pm questa avocazione è un «passo indietro di 50-60 anni» della magistratura, che pure «ha fatto conquiste, ma ora si torna indietro». Si dice «sorpreso» De Magistris per il fatto «che l’Associazione nazionale magistrati non abbia detto granché sull’avocazione».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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