Cronaca locale

E in Duomo si fa largo il primo rave musicale silenzioso

Giorgia si dimena sotto la pioggia battente. Muove mani, bacino e sedere come fosse in pista. E intorno a lei si agita tutta la folla danzante. Sembra di essere in discoteca. Peccato però che siamo in pieno centro di Milano e che non ci sia nessuna musica. O meglio, le note ci sono, ma rimpallano solo tra le cuffie e le orecchie degli improvvisati ballerini della domenica. Mentre intorno i passanti assistono attoniti alla scena.
È il primo esperimento in Italia di «silent rave». In pratica, un party musicale silenzioso. Perché non ci sono casse o dj e chi non partecipa non sente nulla. La musica è solo quella pompata dall’I-Pod. Centinaia di cuffie, ma una sola canzone da ascoltare e ballare in contemporanea. Per l’occasione, gli organizzatori milanesi hanno scelto «Voodoo People» dei Prodigy. Un inno alla dance più rimbombante. Alle 16 e 20 i ravers silenziosi si trovano in Cordusio. L’obiettivo dichiarato è battere il record di affluenza a un evento simile registrato a Londra nel 2007. Allora furono 4mila i partecipanti. Oggi, complice la pioggia a catinelle, ci si ferma a poche centinaia. Molti sono giovanissimi. Sono stati arruolati tramite Facebook e gli altri social network. Da mesi, infatti, il passaparola si diffondeva nella rete. Ma le speranze degli organizzatori sono andate un po’ deluse. Uno di loro, Niccolò, conferma: «Purtroppo la pioggia ci ha messo i bastoni tra le ruote. E poi per l’evento di Londra il tam tam delle radio aveva contribuito ad attirare gente, mentre noi qui a Milano abbiamo fatto tutto da soli. Però siamo qui per divertirci e ci divertiremo lo stesso».
Il «rave» inizia poco dopo le 16 e 30. Giorgia si infila le cuffie. Via alle danze. Si forma un lungo serpentone che si mette in marcia verso il Duomo. In via dei Mercanti il corteo incrocia la manifestazione indetta dal popolo viola per ricordare Peppino Impastato. L’agitatore Piero Ricca (salito alle cronache per aver dato del buffone a Berlusconi) quasi non ci crede. Al suo comizio poche decine di persone, mentre centinaia di giovani danzano impazziti sotto la pioggia senza un motivo. Non sa farsene una ragione. E allora sbraita al megafono in pieno stile dipietrista un «vergognatevi» indirizzato ai ravers. Ma nessuno lo ascolta. Nemmeno i curiosi senza cuffie.
Nel frattempo il ballo di gruppo continua. Il fiume di mani al cielo attraversa piazza Duomo e sfocia in San Babila. Addirittura c’è chi si unisce pur non capendoci nulla. Un'onda di allegria travolge tutti. Mentre c’è chi ignaro si domanda se l’Inter non abbia vinto lo scudetto in anticipo e si stia già festeggiando. Non è così. Giorgia non segue nemmeno il calcio. «Sono qui solo per passare una domenica diversa con altri giovani che non conosco - dice mentre scoccano le cinque e pian piano tutti si sfilano le cuffie -. E devo dire che mi sono divertita un sacco».

Sicuramente di più di chi si è sorbito i soliti «vaffa» di Ricca e soci.

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