Roma - "Una cosa è
certa: non possiamo subire l’agenda del Partito democratico...". Lo dice il segretario di Rifondazione
comunista, Franco Giordano, in una intervista al mensile Pocket, dove spiega: "C’è una grande differenza
rispetto al ’98: allora non avevamo condiviso un programma.
Oggi il programma condiviso c’è: esistono le condizioni per rispettarlo o ricontrattarlo".
Rifondazione apre il secondo fronte (il primo è quello del partito di lotta e di governo, come ben sà Prodi) contro Veltroni e i suoi. Inizia lo stop and go nei "no" e degli altolà che trasversalmente tocca rapporti politici con gli alleati, azione parlamentare, azione dentro il governo. Non a caso Giordano avverte: "Dopo la Finanziaria
verrà avviato un confronto vero. La sinistra unita e plurale deve arrivare al tavolo di trattativa per inverare
nuove priorità e gerarchie in un lasso di tempo definito, che stabiliremo confrontandoci. Finora è andata in
un certo modo, adesso è indispensabile un cambio di passo".
Secondo Giordano "l’esecutivo dovrebbe fare autocritica, Forse hanno pesato troppo i condizionamenti
dei poteri forti.
Il sistema delle imprese ha ottenuto le risorse più significative dal dopoguerra a oggi, a partire dal cuneo
fiscale. Se si continua a seguire Confindustria si finisce in un vicolo cieco. La precarizzazione ha sostituito
la svalutazione competitiva.
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