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E i tedeschi insabbiano i test di Schumacher

da Stoccarda

In questo, almeno in questo, siamo uguali. Non sentiamoci tanto di meno o tanto di più. Torniamo da Stoccarda con la seconda maglia iridata consecutiva grazie a Paolo Bettini, che per una settimana è stato bersaglio prediletto un po’ di tutti. Prima del presidente Pat McQuaid, che bello bello se ne esce con la notizia del documento antidoping non firmato dal campione toscano. Poi si viene a sapere che il foglio era stato firmato, ma presentava una sola modifica: dove il corridore - eventualmente trovato con le mani nella marmellata - si impegna a pagare le proprie colpe devolvendo all’Uci l’intero ingaggio della stagione. Poi le accuse di Sinkewitz, tirate fuori dalla tv di Stato Zdf: «Mi ha consigliato prodotti dopanti». Il corridore tedesco giura di non aver mai detto nulla di simile, la tv tedesca dice di avere le prove: Bettini, per non sbagliare, querela tutti. Anche l’assessore allo Sport di Stoccarda, che decide di ricorrere persino alla giustizia ordinaria e chiede al tribunale di fermare il livornese: «Non è degno di disputare un mondiale». Il tribunale neanche prende in considerazione il caso.
Ieri, con tutta calma, si viene a conoscenza del fatto che il tedesco Stefan Schumacher, terzo classificato domenica, presentava «valori ematici anomali» secondo un test effettuato martedì 25 settembre. A renderlo noto, con tutta calma e con grande discrezione, la federciclismo tedesca (Bdr) attraverso una nota, nella quale si specifica che la vicenda non costituisce però un caso di doping. Tutto bene insomma: per Schumacher tanta prudenza e molto rispetto. Gli altri, solo carne da macello.

Bene saperlo.

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