E Joan Baez celebra Dylan e Guthrie

da Milano

La regina del folk, emarginata da Bob Dylan e fedele (forse troppo) al suo ruolo di pasionaria. Rubò la scena a Carolyn Hester - prima stella del Greenwich Village poi completamente dimenticata - e con il suo fascino e le sue canzoni (già nel ’61 cantava brani di derivazione africana o brasiliana come Kumbaya e Ate Amanha o ballate di protesta contro il nucleare come What Have They Done To the Rain) guadagnandosi la copertina di Time e la fama eterna. Oggi è un mito di culto, fedele al suo stile e alle sue idee, continua a girare il mondo seguita da un pubblico fedele e desideroso di un piccolo tuffo nel passato. Dopo due album nuovi, la Baez si torna alla foce della popular music con il disco dal vivo Bowery Songs, dedicato a grandi vecchi del folk come Woody Guthrie (di cui rilegge Deportee), Dave Van Ronk (chitarrista-cantante istituzione del Greenwich Village dal 1958 fino alla sua morte nel 2002), naturalmente Dylan (It’s All Over Now Baby Blue, Farewell Angelina, Seven Curses) e più in generale alla grande tradizione di strada con ballate finora da lei mai incise su disco come Finlandia e Jerusalem.

La Baez riarrangia il tutto con accenti country accompagnata da Eric Della Penna alla chitarra e al banjo, da Duke McVinnie alla seconda chitarra, da Graham Maby al basso e da George Javori alla batteria. La stessa band che dovrebbe accompagnarla nelle quattro date del tour italiano in partenza l’1 aprile dal Palasport di Padova con tappe al Teatro Regio di Torino, agli Arcimboldi di Milano, al PalaTrento di Trento.

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