E l’antropologia può battere il bestseller

Nel prestito a domicilio le «star» delle librerie perdono il confronto con dotti saggi e classici del pensiero. Il caso della milanese «Sormani»

C’è anche Grisham, certo. E con lui Crichton. E Terzani, Piperno, Sveva Casati Modignani, Faletti. Ma, non di rado, gli autori che nelle librerie italiane occupano i posti di maggior prestigio ed evidenza, una volta scivolati nella penombra delle biblioteche, occupano posizioni di rincalzo. L’esistenza di un libro conosce due età: giovinezza e vecchiaia. Quasi per tutti la giovinezza è fugace e la vecchiaia l’anticamera dell’oblio. Ma anche i più forti e baldanzosi, quando perdono l’allure della novità diventano fantasmi che soltanto l’affetto e le attenzioni del lettore possono riportare in vita.
Milano, Biblioteca «Sormani». Punto d’osservazione privilegiato per aiutarci a indagare sulla seconda età dei libri. Anche perché non sono molte le biblioteche pubbliche in grado di offrire un quadro esatto della propria presenza sul territorio con il prezioso mezzo del prestito a domicilio. Il sistema bibliotecario di Venezia, a esempio, per bocca di Maurizio Biraghi afferma di aver abbandonato la pratica da qualche anno: un impegno gravoso a fronte di dati poco rilevanti. Alla «Nazionale» di Firenze e alla «Nazionale» di Napoli nulla da segnalare.
Alla «Sormani» il servizio prestito è chiuso da settembre (tranne una piccola parte del patrimonio) per una ristrutturazione e riaprirà a giorni. Poco male, almeno statisticamente parlando, perché il dottor Simone Sironi ci fornisce ugualmente i dati del primo e del secondo semestre 2005 e del primo semestre 2006.
Ebbene, i volumi più prestati nel periodo gennaio-giugno 2005 sono Il codice Da Vinci di Dan Brown, Nel bianco di Ken Follett (fin qui tutto normale) e Storia dell’antropologia di Ugo Fabietti: tutti con 9 uscite. Una storia dell’antropologia a pari merito con due star da centinaia di migliaia di copie. Non è poco. Proseguendo nella classifica, Antropologia culturale di E.A. Schultz e R.H. Lavenda vanta 8 uscite, una più di Io uccido di Giorgio Faletti, di L’ombra del vento di Carlos Ruiz Zafón, di La signorina Tecla Manzi di Andrea Vitali, di Storia del pensiero antropologico (l’antropologia spopola...) di Alan Barnard. Seguono, con 6 uscite, Adolescenti trasgressivi di Alfio Maggiolini ed Elena Riva e Un altro giro di giostra di Tiziano Terzani.
Altro semestre, altre sorprese. Da luglio a dicembre 2005 il primo posto, con 9 uscite, va al quinto volume di Storia della stampa italiana, a cura di Valerio Castronovo e Nicola Tranfaglia, quello dedicato alla Resistenza e agli anni Sessanta. Poi, un po’ di narrativa con Il viaggiatore notturno di Maurizio Maggiani (8 uscite), Con le peggiori intenzioni di Alessandro Piperno, Niente più niente al mondo di Massimo Carlotto, Stato di paura di Michael Crichton e ancora L’ombra del vento di Zafón, tutti a 7, insieme a (finalmente...) un autore classico: Cicerone e il suo In difesa di Marco Celio. Poi, a 6 uscite, ancora Terzani, ancora Antropologia culturale e Armi, acciaio e malattie: breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni di Jared Diamond.
Gennaio-giugno 2006. Primo posto, con 8 uscite, per Il culto delle immagini: storia dell’icona dall’età imperiale al tardo Medioevo di Hans Belting. Seguono, tutti significativamente a pari merito con 7, le tragedie di Sofocle, Arte del colore di Johannes Itten, alcuni scritti di Walter Benjamin, Il broker di Grisham, saggi sulle avanguardie degli anni Trenta del ’900, Qualcosa di buono di Sveva Casati Modignani, I segreti di Roma di Corrado Augias, Sotto i venti di Nettuno di Fred Vargas.
Studenti che preparano la tesi, pensionati con l’hobby della pittura, docenti di filosofia che ripassano un autore prima di una lezione, impiegati che si rilassano in poltrona con un bel giallo...

Sono tutti lì, in quelle schedine compilate, in quell’attesa al bancone della distribuzione, in quell’avventura intellettuale che, in mille modi diversi, è sempre e comunque la lettura di un libro. Qualcuno ne deve tener conto, quando si tratta di acquistare nuovi scaffali.

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