da Teheran
Sono già 40mila e sono pronti a immolarsi per colpire gli ebrei in Israele, gli americani in Irak o per dare la caccia allo scrittore «eretico» Salman Rushdie, ancora segnato dalla fatwa di morte scagliatagli addosso dal defunto ayatollah Khomeini. Dunque gli impegni sono tanti e i martiri non bastano mai. Così oggi in occasione dell’Eid al Fetr, la grande festa di fine Ramadan, si raccoglieranno altre adesioni.
Il modulo per chi sogna di venir arruolato nei battaglioni dei volontari suicidi e poter un giorno farsi saltare in aria contro un obbiettivo nemico verrà distribuito a Teheran all’entrata del Mausoleo di Khomeini. Ad annunciarlo è stato ieri Mohammad Ali Samadi portavoce del cosiddetto «Quartier generale per la commemorazione dei martiri del fronte musulmano globale». L’organizzazione dallo scorso giugno ad oggi ha già arruolato 40mila aspiranti martiri tutti pronti ad immolarsi agli ordini di Alì Khamenei, il «supremo leader» succeduto all’Imam Khomeini nella guida della Repubblica Islamica.
Questi ordini, secondo quanto ha spiegato di recente Alì Samadi, non riguardano più soltanto il fronte interno. I volontari, alle dirette dipendenze della Suprema Guida, potrebbero essere mandati anche a colpire gli americani in Irak, gli ebrei colpevoli di vivere all’interno dei confini dell’«entità sionista» o ad inseguire lo scrittore Salman Rushdie la cui fatwa, almeno nell’interpretazione dei gruppi più integralisti, sembra essere tutt’altro che cancellata. «Abbiamo già 40mila volontari e abbiamo pronti tre battaglioni di volontari per portar a termine queste operazioni, ma ne stiamo preparando altri e la loro formazione sarà annunciata al momento opportuno», ha detto Samadi annunciando il raduno di volontari battezzato «Uomini del sole».
Due settimane fa il Generale Mohammad Kossari, capo dei servizi di sicurezza dell’esercito iraniano, aveva spiegato che i battaglioni di aspiranti suicidi potrebbero venir utilizzati per colpire i punti deboli degli americani e dei loro alleati già catalogati dagli esperti delle Forze armate della Repubblica Islamica. Secondo il ministro della Difesa iraniano, generale Mostafa Mohammad Najar, un veterano dei pasdaran, le forze suicide rappresentano la vera arma strategica della Repubblica Islamica che dunque non ha alcun bisogno di costruire l’arma atomica. «Una nazione capace di esibire spirito di devozione, sacrificio e desiderio di martirio non avrà mai bisogno di armamenti nucleari, ma potrà limitarsi ad utilizzare le sue schiere di devoti combattenti per fermare i nemici e neutralizzare le loro minacce», ha spiegato a un’adunata dei guardiani della rivoluzione il loro ex comandante diventato ministro.
La formazione di una guarnigione di «Amanti del martirio» era stata annunciata per la prima volta lo scorso giugno, nel corso di un’intervista al generale dei pasdaran Mohammad Reza Jaafari pubblicata da Parto Sokhan, un settimanale considerato la voce della fazione integralista legata al presidente Mahmoud Ahmadinejad.
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