nostro inviato ad Atene
Forse anche questo è un segno dei tempi bui del Milan. Paolo Maldini, assalito dai soliti acciacchi che lo tormentano (è costretto a convivere con lAulin per difendersi dai dolori al ginocchio sinistro), medita di lasciare a giugno prossimo. Secondo pronostico, verrebbe da aggiungere, perché la sorpresa sarebbe il contrario: se cioè decidesse di continuare, a 39 anni suonati, col calcio attivo dopo una carriera strepitosa, unica e indimenticabile. «Casco dalle nuvole, non ne so niente», commenta papà Cesare che da Milano risponde così alle richieste di conferme della scelta definitiva attribuita al figlio. I pensieri di questi giorni di Paolo, capitano rossonero con un super curriculum di successi, sconfitte e record (ieri sera giocata la partita 129 di coppa Campioni) finiti sui giornali danno vita a un dibattito nel quale interviene linteressato, a poche ore dalla sfida di Atene. «Se mi metto a pensare ora, lidea è quella di smettere ma non ho deciso né di smettere né di continuare. Anzi, ora gioco con continuità, sto bene, ho una grande voglia e volontà» le sue parole affidate a Milanchannel e rilanciate dal sito rossonero che contribuiscono a definire meglio i contorni della vicenda.
Paolo Maldini ha un barometro degli umori infilato nel ginocchio rimasto senza cartilagine: se avverte dolore si deprime e pensa di smettere, se no tira dritto. Su un aspetto è determinato: non vuole continuare galleggiando tra tribuna e panchina, vuole proseguire con un ruolo da protagonista.
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