E Malpensa manda 900 dipendenti in cassa integrazione per 2 anni

Firmato l'accordo col sindacato. Il presidente Bonomi: "La Sea perderà 70 milioni"

E Malpensa manda 900 dipendenti in cassa integrazione per 2 anni

da Milano

È stato firmato ieri notte l’accordo tra il gruppo Sea (la società che gestisce gli aeroporti milanesi di Linate-Forlanini e della Malpensa) e le organizzazioni sindacali sull’utilizzo della cassa integrazione necessaria per far fronte alla situazione di crisi generata dal «de-hubbing» (la rinuncia ad utilizzare lo scalo come hub nazionale, che comporta la cancellazione di centinaia di voli giornalieri) di Malpensa operato dall’Alitalia.
La società - si legge in una nota emessa al termine della complessa trattativa - si trova a gestire un evento senza precedenti che comporta l’assunzione di responsabilità straordinarie e di conseguenti sacrifici a tutti i livelli. La cassa integrazione, non facile da applicare nel mondo aeroportuale, avrà la durata di 24 mesi e interesserà 350 dipendenti di Sea e 550 di Sea handling (la società che gestisce i servizi di terra forniti alle compagnie aeree), già a partire dal 24 marzo. Al termine di questo periodo i lavoratori potranno rientrare in azienda». Questa intesa, secondo il gruppo Sea, contribuirà ad alleggerire la situazione economica della società che gestisce i due scali milanesi. Infatti, con la riduzione di traffico stimabile in circa sei milioni di passeggeri all’anno, la Sea avrà una contrazione dei proventi su base annua calcolati nell’ordine dei 70 milioni.L’accordo rappresenta un risultato estremamente importante - ha dichiarato il presidente di Sea Giuseppe Bonomi - ma è solo il primo passo di un lungo percorso che vedrà impegnati i vertici di Sea per riportare l’azienda agli stessi livelli di produttività di oggi». Bonomi, ha già quantificato in 24 mesi il tempo necessario per poter riportare a Malpensa il livello di traffico registrato nel 2007.

Un obiettivo da raggiungere attraverso una duplice strategia: riempire nel breve periodo i buchi lasciati dal disimpegno di Alitalia con una politica commerciale aggressiva verso vettori extra europei, e individuare un nuovo operatore di riferimento che faccia di Malpensa il proprio hub nel medio periodo.

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