Gianni Pennacchi
da Roma
Tutto si potrà dire di Clemente Mastella, tranne che non sia pronto e lesto. Rieccolo, il leader di Ceppaloni allindomani della grande manifestazione del centrodestra a San Giovanni. Non cera Pier Ferdinando Casini sul palco romano della Casa delle libertà? Mastella registra e gli lancia provvidenziale un salvagente, anzi una scialuppa o meglio ancora un vaporetto: non può «restare nel limbo allinfinito», gli manda a dire proponendo «unintesa possibile» tra Udc e Udeur per le prossime elezioni europee, ove si corre col proporzionale puro e senza sbarramento alcuno o premio, come ognun sa. E come una folgore inevitabile, riecco la politica italiana costretta a fare ancora i conti con le suggestioni del grande centro.
A voi sembra lontano il 2009? È invece vicinissimo sinché Romano Prodi resta a Palazzo Chigi e Silvio Berlusconi saldamente al timone della Cdl. Mastella era ieri a Vicenza, per un convegno delle Acli sulla legalità, quando ha lanciato questo suo assist a Casini. Gli hanno domandato se aveva già approfondito largomento col leader dellUdc, e lui ha risposto di no pur ammettendo di averlo chiamato al telefono «per fargli gli auguri di compleanno». Però Mastella non sè risparmiato nellappellarsi pubblicamente: «Voglio lanciare un appello a tutti quelli che hanno una fede democristiana a concordare modalità della nuova legge elettorale e poi, senza primazie, ma con diritti uguali e paritari per tutti, a presentarci assieme alle europee, al prossimo appuntamento elettorale». E per non lasciar fuori nessuno, o dar adito a dubbi, ha precisato che trattasi di un «appello che va da Pizza a Rotondi, se ci stanno, a Pomicino, a Fiori e altri, e con l'Udc di Casini e anche con Follini, se è d'accordo, a presentarci assieme alle europee, al prossimo appuntamento elettorale». Ununica condizione, pone Mastella: che non ci sia «una primazia da parte dellUdc rispetto agli altri, ma pari dignità per tutti».
Alé, tutti indietro alla casa dei padri. Gianfranco Rotondi (Nuova Dc) già risponde a Mastella ricordandogli che a San Giovanni «è nato un forte Partito popolare europeo con cui» anchegli «deve aprire un dialogo», però si dice «disponibile sulla legge elettorale proporzionale con preferenze», e propone di «siglare in settimana un nuovo patto di Palazzo Giustiniani tra tutti gli eredi della Dc per stabilizzare la politica italiana». Entusiasta anche Publio Fiori (Rifondazione Dc), che pochi giorni fa ha costituito «con Pizza, Prandini e Sandri la Federazione dei democristiani», ed ora propone di «unificare le due iniziative» chiamando allappello tutti i postdemocristiani «di entrambi i poli». E così Paolo Cirino Pomicino: liniziativa mastelliana di «mettere intorno ad un tavolo tutti i democristiani ovunque collocati per discutere della riforma elettorale con l'occhio a liste comuni per le europee è una scelta coraggiosa e utile per il Paese».
Come reagisce lUdc, per ora? Casini tace, e Rocco Buttiglione dice che «non ascoltiamo le sirene di nessuno: abbiamo il progetto di costruire unaltra idea della politica a partire dal centro. Che è come dire: va bene, però noi siamo il numero uno e Mastella fa il numero due. Carlo Giovanardi, notoriamente polista senza se e senza ma, taglia invece ogni ponte sentenziando che unalleanza con Mastella «è una strada impercorribile»: prima ancora di parlare «cominciasse ad uscire dal governo e dalla maggioranza».
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