Michele Anselmi
da Roma
La prima grana della 63^ Mostra del cinema - grana piccola, ma pur sempre grana - si chiama The wicker man. L'horror intellettuale di Neil LaBute, prodotto e interpretato da Nicolas Cage, non sarà a Venezia tra i fuori concorso di mezzanotte; eppure ieri mattina figurava nel menù ufficiale della Mostra distribuito alla stampa. Che cosa è successo nel frattempo? Semplice: Medusa, la casa che distribuisce il film, ricalcato sull'omonimo classico di serie B del 1973 con Christopher Lee, avrebbe deciso di ritirarlo. Dal quartiere generale di via Aurelia Antica nessun commento sulla faccenda, per la serie «chi vuole intendere, intenda», ma non ci vuole molto a interpretare il motivo della scelta, che segna un ulteriore irrigidimento dei rapporti, già non idilliaci, tra Medusa e Müller. Pietra dello scandalo, se così vogliamo chiamarla, l'esclusione dal festival di quel Viaggio segreto che Roberto Andò ha tratto dal romanzo Ricostruzioni di Josephine Hart. Cast notevole (Alessio Boni, Claudia Gerini, Valeria Solarino, Emir Kusturica), tema fosco/stuzzicante (un rapporto tra fratello e sorella in bilico tra giallo e psicoanalisi); due elementi non tali, evidentemente, da convincere il direttore e i suoi esperti a trovare una collocazione nel palinsesto. In altri periodi non ne sarebbe nato un caso, ma stavolta Viaggio segreto era l'unico film italiano sul quale Medusa puntava per il concorso (diverso il discorso per Baciami piccina di Roberto Cimpanelli, anch'esso rispedito al mittente). Al disappunto è seguita, quindi, la decisione di riprendersi The wicker man.
«Dispiace un po', perché è un film curioso, personale. Ma non una perdita grave. Diciamo, per citare Flaiano, che è un vuoto colmabile», commenta Enrico Magrelli, uno dei selezionatori veneziani. Spiega che davvero non c'è stato alcun intento punitivo nei confronti di Medusa, «ci mancherebbe», e anzi si dice sorpreso dalla decisione, «visto che noi avevamo trattato con i produttori americani». Querelle chiusa, allora? Vedremo. Certo, l'episodio, in sé abbastanza marginale, segnala un discreto malumore nei confronti di Venezia, dal quale potrebbe avvantaggiarsi il nascente rivale romano. Dicono che anche Raicinema, nonostante la cospicua presenza al Lido (Amelio e Crialese in concorso, De Palma pure), avrebbe poco gradito il balletto intorno al film A casa nostra di Francesca Comencini: molto piaciuto al direttore, ufficiosamente promesso in gara e infine respinto con qualche imbarazzo.
Stando così le cose, A casa nostra e Viaggio segreto prenderanno probabilmente la via della Festa romana, a metà ottobre, e chissà che non significhi qualcosa; benché i due festival, sotto l'ala protettrice del ministro Rutelli, fingano di volersi un gran bene e di muoversi «per fare sistema». In effetti, sia Goffredo Bettini sia Giorgio Gosetti, l'uno patron politico, l'altro direttore artistico della Festa romana, sedevano ieri mattina in prima fila alla conferenza stampa veneziana, di fronte agli omologhi Croff e Müller. Ne consegue che non sembra ipotizzabile per ora una concorrenza, più o meno sleale: sul fronte della anteprime mondiali, la Mostra continua ad avvantaggiarsi di una sorta di prima scelta.
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