E Minasso cambia la storia. Di Francia

Paola Setti

Lo consolano: «Se non avessi sbagliato niente non ti avrebbero mandato in onda». Si consola: «In fondo le Iene portano fortuna, e io sono stato il primo intervistato della legislatura». Son segnali, ecco. Quando lo racconta si agita ancora, Eugenio Minasso che da consigliere regionale si è dimesso ieri perché venerdì scorso è diventato deputato.
Era agitato, comprensibile, il primo giorno a Montecitorio mica è roba da tutti, in Liguria per An anzi è roba solo per lui. Lo hanno colto alla sprovvista. Altrimenti avrebbe fatto un respiro e gli sarebbe di sicuro venuta in mente, quella malefica data della rivoluzione francese, l’avrebbe azzeccato il 1789, invece di dire «mah, intorno al 1800». Si giustifica: «Ho sbagliato solo di 11 anni, e poi ho detto intorno al 1800», insomma mica nasce e muore in un sol anno la rivoluzione, eddai. Altri poi han fatto peggio di lui. «Uno ha risposto che il nome di papa Ratzinger è Bonifacio VIII, ma dico io come si fa a dire una cosa del genere?».
Lui a domanda aveva risposto a tutto. «Quanti sono stati i presidenti della Camera donne e chi erano?», e Minasso pronto: «Due, Nilde Iotti e Irene Pivetti», tiè. «Quando è caduto il muro di Berlino?», e Minasso pronto: «1989» doppio tiè, che c’è stato pure uno, che figuraccia poveraccio, che ha detto 1957. Le iene imperterriti: «L’anno della rivoluzione russa», e Minasso pronto: «1917» triplo tiè. Poi ha iniziato a impappinarsi. «Sulla scoperta dell’America ho detto 1469 ma volevo dire 1489», ma dev’esser che anche a raccontarlo si agita, ecco, e poi cosa saranno mai tre anni, nemmeno una legislatura. Ecco a proposito: «Che numero ha questa legislatura?» risposta: «È la XVI», enno, quello era il papa, Benedetto XVI, la legislatura è la XV, ah sì già, questa era difficile comunque la sapevo. Era stato pure simpatico, «fra tanti che invece scappavano». All’interrogatorio della Iena si è sottoposto volentieri, il temerario, ha persino avuto l’ardire di proporle: «Tu fai una domanda a te e io ne faccio una a te» e pure di dirle: «Ma qui tu vedi scritto Montecitorio o Università di storia?». Risate e insomma «mi sono divertito».


Che poi sarà anche stato il primo giorno come a scuola ma «ero tranquillo, ho risposto a tutto». Peccato davvero, si danna ora, per quella rivoluzione francese, ma in fondo era un modo come un altro di finire in Tv, che chissà se ci saranno altre occasioni.

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