da Roma
Forse è un sospiro di sollievo quello del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Per una tregua, quella raggiunta e rispettata a fatica in Ossezia, che mette in stand-by una guerra pericolosamente dietro langolo. O per un risultato, quasi insperato in un periodo di sospetti e divisioni tra i Paesi dellUe, che esce dalla riunione straordinaria dei ministeri degli Esteri, conclusa nel tardo pomeriggio di ieri. Una dichiarazione che, superando le mille anime e le visioni spesso antitetiche sulle vicende politiche ed economiche del vecchio continente, permette di esprimere un punto di vista unitario.
Un risultato raggiunto grazie anche alla importante mediazione del governo italiano che ha provocato nel capo dello Stato una «grande soddisfazione» per la dimostrazione di compattezza dellEuropa, in grado di dare «un essenziale contributo di moderazione ed equilibrio». Un fatto testimoniato, ricorda Napolitano, dalle conclusioni unanimi del Consiglio per le relazioni esterne. E reso possibile dalla visita a Mosca e Tbilisi, in qualità di presidente di turno dellUe, del «collega» francese Nicolas Sarkozy e a cui desidera inviare «il nostro vivo compiacimento». Il capo dello Stato ha poi individuato le priorità: cessazione definitiva delle ostilità, ritiro delle truppe dai Paesi, avvio di negoziazioni per «stabilizzare» le aree in conflitto, allargamento delle forze di peace-keeping. Un messaggio in cui, ribadendo la necessità del rispetto della «sovranità territoriale della Georgia», di fatto apre alla possibilità di partecipazione italiana ad operazioni di assistenza alla popolazione.
Sul ruolo dellItalia è tornato anche il ministro Frattini. Il «cessate il fuoco», ricorda, è frutto dellimpegno oltre che suo «del presidente Berlusconi che su richiesta dei partner internazionali ha svolto un ruolo di facilitatore anche in virtù dei suoi rapporti personali col primo ministro russo Vladimir Putin». Ma intorno a Frattini si è aperta la polemica. Il ministro degli Esteri, in vacanza alle Maldive, non ha preso parte al Consiglio delegando il sottosegretario Scotti e le opposizioni lo hanno accusato di aver fatto fare allItalia «una pessima figura».
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