E le nuove generazioni sono a Cavalli di Daniele

Nuove generazioni cambiano i connotati al mondo della moda. Ieri un giovanotto di nome Daniele Cavalli si conquistava libertà di parola e di stile nei confronti del padre Roberto con cui condivide la responsabilità creativa della linea uomo. Consultando gli archivi e ascoltando il suo cuore, l'intrepido stilista innamorato della musica ha mostrato di saper portare avanti, e lo fa da tre stagioni, il suo credo. Come? Confrontandosi, discutendo e vincendo quella dannata soggezione nei confronti della figura paterna che tarperebbe le ali a chiunque. «Sono fiero di lui», diceva Roberto spianando la strada a una collezione fresca e ben riuscita.
«Non amo chi indossa cose che non rispecchiano la propria personalità», ribatteva Daniele mentre in un lussurioso giardino mandava in passerella il seduttore del futuro. Un uomo che adora la sartoria come valore, che non rinuncia alla bellezza della pelle ricamata, che personalizza le camicie con ricami a filo e per la sera sceglie un poetico tuxedo blu. Guardare allo stile dei padri ma seguire la propria testa è la strada giusta per far nascere nuovi linguaggi. Umit Benan, stilista turco che da giovane promessa è diventato un solido talento, si è ispirato a uno degli uomini più eleganti che la moda italiana abbia espresso: Nino Cerruti. Un padre del made in Italy. «Sono entrato nei suoi archivi, ho conosciuto il figlio Julian e il nipote Oskar. Ho visto tre generazioni d'italiani eccezionali», dichiarava il designer mentre al cospetto della sua fonte d'ispirazione in carne e ossa spiegava le ragioni di vestiti realizzati in tessuti della classica drapperia maschile ma declinati in versione moderna, di pantaloni stile «Nino» a vita alta, di giacche anni Ottanta, di abiti di forte personalità percorsi da filettature color banana sul rosso bric.
I giovani, dicono da Siviglia, sono indipendenti e al tempo stesso subordinati alle regole che buongusto e linguaggio estetico impongono. Con la nascita della linea Uomo Prêt-à-Porter, che ha debuttato ieri sera con un evento alla Triennale elettrizzato dalla presenza dei deejay newyorkesi Wolf+Lamb, l'azienda ha fatto un ulteriore passo avanti verso la conquista di un pubblico dai gusti selettivi. Vestibilità asciutta, allure chic e geometrie ispirate agli elegantoni che affollavano la piazzetta di Capri negli anni Sessanta, materiali tecnici e spirito ultracontemporaneo: un mix irresistibile declinato in una palette di colori «filtrati» come quelli delle più belle pellicole dei film di Hitchcock. I ragazzi di oggi sono anche decisamente ecologisti e per vivere in città meno asfissianti promuovono la bicicletta come mezzo di trasporto. «Abbiamo pensato ai messenger newyorkesi», spiegavano Maurizio Modica e Pierfrancesco Gigliotti prima di mandare in scena una collezione Frankie Morello intelligente e divertente in parti uguali.

In passerella sono infatti arrivati biker superchic che dovendo muoversi nel traffico urbano puntano sulla leggerezza del nylon per pezzi indossati uno l'altro, su grandi parka peso zero, sulle belle giacche di popeline e su abiti in tessuti stretch che mantengono il dovuto aplomb anche dopo ore passate in sella.

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