E gli operai mandano i contestatori «a lavorare»

Il ministro in via Balbi non c'è, ma ci sono i «Né Gronda Né tav» come recitano le nuove scritte sui muri dei carruggi. Una dozzina di quei «bravi ragazzi» dei centri sociali alle 16 di ieri ha tentato di forzare il cordone della polizia a difesa dell'ateneo, dove era in corso l'inaugurazione dell'anno accademico. Più che dagli impassibili e professionali poliziotti, offesi con i soliti insulti e deliranti parole, sono stati allontanati dal vuoto, dall'indifferenza dei passanti e dalle sacrosante parole di un paio di operai del catering universitario.
«Andate a lavorare e, soprattutto, lasciateci lavorare» hanno detto laconici i due giovani. «All'università non si respira l'aria che si respirava durante gli anni di piombo - spiega il Magnifico rettore Giacomo Deferrari - No tav, anarchici e quelli dei centri sociali se ne stanno fuori dall'ateneo. I violenti sono emarginati dagli studenti. Quando il professor Profumo mi ha telefonato alle 8,30 spiegando che non veniva e che dalle Cinque Terre sarebbe andato subito a Roma, ho dato disposizione di informare il pubblico della sua assenza. Alla luce di quanto è successo, se il ministro fosse intervenuto come era in programma, si sarebbero potute verificare contestazioni più dure e pericolose». Francesco Profumo ha inviato a Genova i saluti e l'originale del protocollo d'intesa, già firmato, per sostenere il campus tecnologico agli Erzelli. «I maligni che sospettavano l'assenza del ministro, anche perché contrario al progetto genovese - aggiunge il Magnifico - sono stati smentiti dai fatti. Con la firma del ministro si è fatto un notevole passo avanti per il polo agli Erzelli».
Il nuovo anno accademico dell'ateneo si è quindi inaugurato senza magagne, a parte quella sui dati sugli studenti fuori corso. Quelli che il sottosegretario prof. Michel Martone ha definito «sfigati». A Genova sono 40.

700 ovvero il 31 per cento degli iscritti. Tuttavia, secondo l'università, il numero degli studenti regolari nell'ultimo triennio accademico «si colloca al di sopra della media nazionale». Giovani genovesi meno «sfigati» di quelli romani.

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