«E ora cancelliamo questa polpetta avvelenata»

RomaDaniela Santanchè, le sembra credibile un taglio di 100 miliardi di euro alla spesa pubblica nel breve termine?
«Così ha detto un autorevole componente di questo governo e io lo prendo per vero. Il ministro Piero Giarda ha dato un segnale politico importante e chiaro, ha assicurato che nel breve si possono risparmiare 100 miliardi e 300 miliardi nel medio lungo periodo. E io dico che a questo punto è giusto e possibile evitare l’Imu, una tassa così pesante per i cittadini e per le imprese».
Però il governo ha già messo a bilancio le entrate dell’Imu. È possibile tornare indietro?
«Se ci sono quei 100 miliardi, i tre miliardi dell’Imu non sono nulla. Mettiamo anche che Giarda sia stato troppo ottimista, che la cifra sia la metà; con 50 miliardi sarebbe comunque possibile evitare l’Imu».
Riuscirete a convincere Monti?
«Io mi appello non solo al Pdl, ma a tutte le forze liberali in Parlamento che hanno ben compreso come a questo punto sia importante ridurre la spesa pubblica ed eliminare l’Imu. Forse il governo è stato troppo frettoloso nel concentrarsi quasi esclusivamente sulle tasse. Poteva impegnarsi di più sulla spesa pubblica, come suggeriva il Pdl. Adesso l’esecutivo ha detto una cosa netta e quindi viene meno il senso di responsabilità che ci ha fatto fare scelte sofferte nelle settimane passate».
Propone una nuova battaglia del Pdl sul fisco?
«Il Pdl ha votato l’Imu per senso di responsabilità. Il segretario Angelino Alfano è riuscito a ottenere la rateizzazione, ma poi abbiamo dovuto accettare un sacrificio lontano dal nostro modo di pensare. Ora dobbiamo cercare di non far ingoiare agli italiani quella polpetta avvelenata. E non lo diciamo solo noi. Il Fondo monetario internazionale ha spronato il governo a fare veri tagli alla spesa».
E ha anche detto che l’evasione in Italia si può combattere solo abbassando le tasse.
«È un principio che Silvio Berlusconi e il Pdl difendono da sempre. Le tasse devono essere eque, anche nei vangeli si parla di giusto tributo. Una pressione fiscale eccessiva danneggia imprese e famiglie, l’Imu è un esempio. La Cgia di Mestre ha messo in rilievo come le aziende rischieranno di pagare l’aliquota massima, quasi il 40% in più rispetto a quella ordinaria».
Pensa che i sindaci in difficoltà ricorreranno a questa facoltà?
«Io mi auguro di no e parlo da imprenditore. Abbiamo già un sacco di problemi, la domanda che cala, consumi bloccati. In queste condizioni è già difficile fare sopravvivere le aziende e l’Imu non è certo la soluzione per non farle chiudere».


Ripeto, c’è qualche speranza?
«Io credo che il governo farà sua questa riflessione. Quando Alfano proponeva la rateizzazione dell’Imu o la compensazione debiti-crediti dello Stato, sembravano cose pazzesche, ma poi sono passate. Succederà lo stesso con la mia proposta».

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