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E ora dai rifiuti si estrae prezioso carburante

Eni attiva anche la bioraffineria di Gela. L'impegno sull'impianto per pre-trattare le biomasse

Giulio Pecci

L'impegno di Eni nella promozione dell'economia circolare è testimoniato da una costante ricerca di nuove applicazioni eco-compatibili all'interno della propria filiera produttiva. Nel 2012 Eni ha depositato il brevetto del processo che dà vita alla prima riconversione al mondo di una raffineria in bioraffineria e al primo carburante con il 15% di componente vegetale, Enidiesel+. Dopo la trasformazione della bioraffineria Eni di Venezia, a Porto Marghera, anche quella di Gela in Sicilia ad agosto 2019, ha avviato la produzione esclusivamente green ed è stata inaugurata ufficialmente il 25 settembre scorso.

Iniziato nel 2016, il processo di riconversione da raffineria tradizionale in bioraffineria è stato completato dopo oltre 3 milioni di ore di lavoro di Eni e delle imprese terze e 294 milioni di euro, a cui si aggiungono ulteriori 73 milioni di investimento previsti per ulteriori attività propedeutiche e per la realizzazione del futuro impianto per il pre-trattamento delle biomasse, che verrà completato entro il terzo trimestre 2020. L'impianto ha una capacità di lavorazione fino a 750mila tonnellate annue e sfrutta la tecnologia «Ecofining» che consente di trattare fino al 100% degli scarti organici (gli avanzi di cucina) oli esausti, grassi animali e sottoprodotti derivanti dalla lavorazione dell'olio di palma per produrre biocarburante di alta qualità.

Nelle aree della bioraffineria di Gela è stato anche avviato, a fine dicembre 2018, l'impianto pilota Waste to Fuel che, grazie a una tecnologia proprietaria trasforma i rifiuti organici ed è costituita dagli avanzi e dai residui di cibo, ma anche dagli scarti dell'industria agroalimentare in bio olio, bio metano e acqua da utilizzare a scopi industriali. Da una tonnellata di materia organica, che include il peso dell'acqua, si possono generare fino a 150 chilogrammi di bio olio che servirà a produrre carburanti di nuova generazione. L'impianto pilota Waste to Fuel di Gela è gestito da Syndial, società ambientale di Eni, e viene alimentato con 700 chilogrammi al giorno di raccolta «umida» per una produzione pari a circa 70 chili al giorno di bio olio. Grazie alla sperimentazione si potranno acquisire le informazioni necessarie per la progettazione di nuovi impianti su scala industriale che Syndial costruirà in altri siti in Italia. È già stata avviata la progettazione di un impianto a Venezia da 150mila tonnellate l'anno di umido. Secondo il piano di sviluppo, sono previsti tre impianti industriali in Italia entro il 2022 per un totale di 330mila tonnellate l'anno di rifiuto trattati con produzione di 46mila tonnellate l'anno di bio olio.

L'economia circolare è un principio alla base anche dell'attività di Versalis, la controllata di Eni che opera nel settore chimico, impegnata nello sviluppo di tecnologie per il riciclo dei polimeri a fine uso da imballaggi e stoviglie di polistirene provenienti dalla raccolta differenziata domestica, da polistirene espanso per l'isolamento termico, da gomma sintetica derivante dalla frantumazione degli pneumatici. Altri progetti riguardano, tra l'altro, la realizzazione di erba sintetica riciclabile.

Versalis sta poi effettuando, in partnership con la società Selene, dei test volti al recupero e riciclo di sacchi industriali utilizzati come imballo per i prodotti Versalis confezionati su pallet.

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