E ora il governo Usa chiede i danni alle banche

Troppa generosità nel concedere i mutui e anche poca «diligenza» nel valutare le effettive condizioni economiche dei soggetti a cui venivano dati i soldi per acquistare la casa. Il risultato fu la crisi dei mutui subprime scoppiata negli Usa nel 2007-08 che mise in ginocchio i colossi finanziari Fannie Mae e Freddie Mac che riassicuravano i mutui delle grandi società finanziarie. Secondo l’accusa, le banche avrebbero impacchettato i mutui ipotecari in titoli finanziari, mentendo. Ossia avrebbero gonfiato i redditi dei debitori, ma così facendo quando questi non sono più stati in grado di pagare le rate, i titoli hanno rapidamente perso valore.
Sarebbe dunque questa la base dell’azione legale che starebbe per intraprendere il presidente Barack Obama e il governo degli Stati Uniti contro 12 istituti bancari. La notizia è riportata dal New York Times che però per il momento fa soltanto i nomi di alcune di esse: Bank of America (ieri in ribasso del 6%), JPMorgan Chase, Goldman Sachs e Deutsche Bank, che ieri ha perso quasi il 7%.
Ad intraprendere questa azione legale sarà la Federal Housing Finance Agency (Fhfa), l’agenzia federale che sovraintende per l’appunto a Fannie Mae e Freddie Mac, i quali persero più di 30 miliardi di dollari durante la crisi dei mutui subprime e riuscirono a superarla a spese dei contribuenti americani. Le banche insomma sarebbero accusate di non essersi accorte che i mutuatari avrebbero «gonfiato» e falsificato i propri redditi al fine di veder loro concesso i mutui che sarebbero poi finiti a Fannie Mae e Freddie Mac facendo scaturire perdite ingenti. Una mancanza di professionalità, dunque, da parte degli istituti bancari che sarebbe poi sfociata nella crisi dei mutui subprime. In realtà l’agenzia non è nuova a queste richieste: in luglio aveva citato UBS per 900 milioni di dollari per una vicenda similare.
La Fhfa non è stata l’unica a sollevare questo capo d’accusa contro le banche, anche i privati e altre istituti finanziari (ad esempio AIG contro Bank of America) si sono già mossi in tal senso. C’è chi sostiene che in realtà non fu solo la presunta errata valutazione da parte delle banche circa il merito creditizio dei proprio clienti a far scaturire la crisi dei mutui subprime, ma anche l’ingordigia di Fannie e Freddie che acquisirono strumenti a elevati rendimenti, con rating eccellenti (per alcuni anche AAA) indebitandosi a tassi di interesse bassi in quanto garantiti, in ultima istanza, dal governo federale, alimentando in questo modo l’emissione di strumenti analoghi.


La causa vale comunque meno dei 30 miliardi persi da Fannie e Freddy e dunque dai contribuenti statunitensi. In realtà alcuni mutui, finiti nel pacchetto dei subprime, hanno ancora un valore, seppure minimo. Per contro i tempi sono molto stretti: la prescrizione per questo genere di reato è infatti molto vicina.

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