da Roma
«La scuola ha un ruolo fondamentale nellinsegnare la legalità». Il senso dello Stato, la consapevolezza di essere cittadini, di fare parte di una comunità nella quale ognuno può e deve portare il suo contributo. Il ministro della Pubblica Istruzione, Maria Stella Gelmini, sceglie un luogo ed una data simbolica, Palermo e lanniversario della strage di Capaci, per rilanciare il primato educativo della scuola che non deve essere soltanto un luogo dove acquisire competenze ma anche «imparare ad essere cittadini migliori».
Come? La Gelmini non ha dubbi. «Si deve dare più spazio e più importanza alleducazione civica - avverte -. Aldo Moro ne aveva fatto una bandiera e io condivido questo presupposto». Fu proprio lo statista democristiano assassinato dalle Brigate Rosse nel 78 ad introdurre linsegnamento delleducazione civica nel 1957, quando era ministro della Pubblica Istruzione. Leducazione civica non è mai ufficialmente scomparsa dai programmi scolastici ed in più occasioni è stato proposto il suo rilancio. Un recupero che deve però tenere conto dei cambiamenti della società e soprattutto va inserito nel quadro di quellemergenza educativa di cui ha parlato recentemente anche Papa Ratzinger. Unemergenza che spesso sfocia in episodi, talvolta davvero feroci, di bullismo.
«Un fatto spiacevole e ricorrente», dice la Gelmini che annuncia «lorganizzazione di una piccola task force per dare una risposta che non sia banale e scontata al bullismo».
Non è un caso che il ministro abbia affrontato largomento davanti ai tanti giovani riuniti a Palermo per dire no alla violenza della mafia. «La partecipazione delle giovani generazioni a questo evento significa che la mafia può e deve essere sconfitta», assicura la Gelmini.
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