E Pechino finisce sotto la neve per ordine supremo del governo

Le autorità decidono di sparare ioduro d’argento sulle nubi per far piovere. Ma non tengono conto del freddo. Risultato: capitale paralizzata

E Pechino finisce sotto la neve 
per ordine supremo del governo

Pechino - Alle autorità la faccenda è decisamente sfuggita di mano. La neve caduta nei giorni scorsi sul cielo di Pechino era decisamente troppa. Così tanta da creare disagi agli automobilisti della capitale e rendere inagibili dodici autostrade che convergono sulla città. Ma la natura c’entra fino a un certo punto.

Sì, perché la neve che ha imbiancato i tetti della Città Proibita e ha richiesto l'intervento dei soldati dell'Esercito di liberazione popolare per ripulire piazza Tienanmen, è frutto principalmente di una decisione del governo. Da 28 basi di lancio sparse intorno alla città il Centro per la Modifica del Tempo di Pechino, martedì scorso, ha sparato nell'atmosfera 426 capsule di ioduro d'argento, una sostanza inquinante (il suo uso è stato proibito nei paesi occidentali), per intensificare le nubi sulla capitale e produrre una precipitazione, come era successo anche la scorsa settimana, quando erano cadute le prime gocce di pioggia artificiale. L'ultima pioggia naturale sulla capitale risale, infatti, al 24 ottobre scorso.
Questa volta, però, è caduta la neve: una neve pulita e acquosa, come non si vedeva da tempo. Una neve inaspettata, dato il tempo quasi primaverile dei giorni scorsi. Una gioia per i turisti che hanno potuto fotografare i tetti imbiancati della Città Proibita e del Tempio del Cielo, ma che non è sufficiente, secondo quanto riportato dal Centro per la Modifica del Tempo, a risolvere l'emergenza siccità che si è abbattuta nelle scorse settimane sui raccolti della Cina settentrionale e sta mettendo in ginocchio milioni di contadini.
Le autorità ostentano ottimismo: «La neve - dichiara Guo Yingchun, responsabile dell'osservatorio meteorologico della regione - ha portato l'umidità al suolo e potrebbe fare cessare la siccità».

Nonostante in alcune aree del Paese sia stata decretata la fine dello stato di emergenza, la situazione resta ancora critica nelle aree maggiormente colpite dalla mancanza di acqua, come la provincia dello Henan. I dati a disposizione dicono che la siccità ha provocato danni a nove milioni di ettari di terreno coltivato e ha lasciato 3,5 milioni di contadini e 1,6 milioni di capi di bestiame senza acqua potabile. Per placare la sete più grave degli ultimi cinquant’anni e aiutare i contadini delle aree maggiormente colpite, il governo cinese aveva stanziato a inizio febbraio 400 milioni di yuan.

Da tempo comunque le autorità lavoravano a progetti ambiziosi per risolvere il problema degli sbalzi climatici. Il Centro per la Modifica del Tempo aveva iniziato i suoi esperimenti nell'estate 2007, a un anno dall'inizio dei Giochi Olimpici di Pechino: allora il compito principale dell'ente meteorologico doveva essere il contrario di quello delle ultime settimane: evitare la pioggia durante le cerimonie di apertura e chiusura delle scorse Olimpiadi.

Il metodo era sempre quello di sparare nell'atmosfera capsule o razzi pieni di sostanze chimiche che, contrariamente a quanto avvenuto nei giorni scorsi, disperdessero le nubi che si concentravano sopra il cielo della capitale e che potevano costituire una minaccia alla perfetta riuscita degli spettacoli.

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