da Roma
«Noi abbiamo scelto una linea dura, difficile. Le riforme sono sempre difficili. Andremo avanti insieme fino in fondo». Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, al termine del Consiglio europeo a Bruxelles ha sminuito la valenza politica di queste settimane di sondaggi in calo, di smagliature tra gli alleati e di «fasi due» invocate da Fassino e Rutelli. Daltronde, quando si trova nella capitale belga delleuroburocrazia il premier si sente a suo agio e la sua bonomia sorniona promana in ogni frase.
La Finanziaria? «Lho fatta per il bene del Paese (notare il richiamo al titolo del programma dellUnione, ndr). Nessuna medicina è dolce, le medicine sono amare ma chi non vuole prenderle non guarisce». Insomma, è anche con i farmaci fiscali che si può sedare una nazione «impazzita». I richiami del ministro dellEconomia, Tommaso Padoa-Schioppa, propone a Repubblica sei riforme da attuare dopo la Finanziaria? «Non lho letto» si limita a dire Prodi facendo un po lo gnorri. Ma quando si parla di «cambio di passo» dopo la manovra il Professore-ciclista sinchioda sui pedali come un velocista alla prima collina. Anzi, non esistono cambi di direzione: «cè unità di azione nel governo in tante situazioni anche complicate, superando ostacoli giudicati invalicabili».
Poi il presidente del Consiglio si è concesso una battuta nei confronti dellopposizione, una boutade non nuova e che ripeterà anche dopo che il Senato avrà concesso la fiducia sulla legge di bilancio grazie al voto di 5 cinque senatori a vita. «La morte del governo - ha precisato - era stata prevista prima per luglio e poi sulla Finanziaria. Invece ora viene continuamente rinviata». Incassato lok di Palazzo Madama ha puntualizzato: «Sono soddisfatto. Una svolta e c'è stata nella direzione giusta. Stasera tutti dicevano che doveva cadere il governo e invece è andato tutto tranquillo». Un po monocorde, ma lo scampato pericolo non concedeva molto spazio alla fantasia. E anche sulla questione del riconteggio delle schede elettorali Prodi ha lanciato strali al Cavaliere. «Berlusconi - ha sentenziato - fa sempre previsioni e poi le sbaglia».
Anche il vicepremier Massimo DAlema, in quel di Bruxelles in veste di ministro degli Esteri, ha tenuto bordone al presidente. «Sono daccordo con Prodi: siamo tutti impegnati a proseguire con determinazione il nostro programma», ha sottolineato lesponente diessino.
E Prodi tira il fiato: ce lho fatta ancora
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