E Recco litiga sulla Coop in casa della Chiesa

La bugna è scoppiata. Dopo mesi di anticipazioni, notizie più o meno vere sul progetto di un centro commerciale nel pieno centro di Recco, martedì pomeriggio è stato presentato ufficialmente il piano alla giunta comunale al completo che ora dovrà decidere su quale sia la cosa migliore per la città. O meglio, da che parte stare. Dalla parte della Chiesa (visto che il progetto presentato dalla società Immobiliare K2 verrà realizzato su terreni - compresi tra la piazza del mercatino e la stazione ferroviaria - di proprietà in parte della parrocchia di San Giovanni Battista e in parte dell'Istituto diocesano per il sostentamento del clero), o dalla parte dei 250 commercianti recchelini che sono già scesi sul piede di guerra contro il complesso. Il piano prevede lo spostamento della Coop posta di fianco al municipio che passerebbe dagli attuali 400 metri quadrati di superficie di vendita a 1100 (più altrettanti di magazzino). La realizzazione di 472 metri quadrati di negozi, una sala polivalente, nuovi locali per i volontari antincendio e un impianto da calcio a 7. Previsti anche 70 box, 44 posti auto pubblici e 92 a servizio del centro commerciale. Un progetto che «ha ricadute urbanistiche, commerciali e sulla viabilità», ha spiegato l'assessore all'urbanistica Giuseppe Rotunno (An), che per quanto riguarda il settore di sua competenza ha già preso posizione: «Esprimo un giudizio assolutamente positivo».

Opposto il parere dell'assessore al commercio Carlo Gandolfo: «Non è un mistero che già un mese fa Forza Italia si era posta molto critica per le ripercussioni sul comparto tradizionale di questo piano», spiega Gandolfo che lancia una provocazione: «Sull'area c'è un vincolo per realizzare strutture sportive e ricreative. Perché non lo lasciamo così com'è realizzando magari una nuova piscina per la Pro Recco? Darebbe una funzione sociale e non speculativa all'intera operazione».

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