Un vademecum antirepressione, la mappa con gli obiettivi da attaccare e una rete di assistenza legale con tanto di numeri di telefono, sito sulla rete e quartier generale nel centro di Roma. Ad ogni appuntamento internazionale di rilievo, la galassia no global organizza le proteste via internet.
Il tam tam corre soprattutto sul sito di controinformazione Indymedia. In occasione del G8 il Legal team Italia e gli Avvocati democratici europei si erano mobilitati da giorni. «Chi fosse bloccato alle frontiere può contattare gli avvocati i cui nomi e numeri di telefono sono pubblicati sul sito www.legalteamitalia.it» si legge in rete. L’obiettivo è far entrare i manifestanti in Italia, nonostante le restrizioni. Se poi sono black bloc che spaccano tutto chissenefrega. Non solo: dal 7 al 10 luglio è operativo un centro di assistenza presso la Casa dei diritti sociali nei pressi della stazione Termini a Roma. All’Aquila gli avvocati no global saranno presenti alla manifestazione più grossa e pericolosa contro gli otto grandi del 10 luglio. Durante gli incidenti a Roma di martedì la polizia ha sequestrato una «crisis map», che individua in inglese gli «obiettivi» da colpire. Banche, agenzie interinali, ma pure le sedi di organizzazioni «fasciste» come il centro sociale CasaPound.
Lo schema è lo stesso della mappa che si poteva scaricare da internet in occasione del summit della Nato a Strasburgo dello scorso aprile, quando scoppiarono furiosi scontri aizzati dai black bloc. Con simbolini si indicano caserme della polizia e dei carabinieri, ma anche fermate della metropolitana per fuggire oppure ospedali per farsi medicare. Sulla «crisis map» sequestrata sono segnalati pure il tribunale di piazzale Clodio, l’ufficio passaporti della questura di Roma e il carcere di Regina Coeli. Dai siti antagonisti sulla rete Il Giornale ha facilmente scaricato un «Vademecum anti repressione - G8 luglio 2009» di quattro pagine. Sulla copertina si rimanda ai numeri di telefono e al sito del Legal team Italia. Gli avvocati no global hanno preso le distanze dichiarando che «come risulta chiaramente dal logo si tratta di un’iniziativa di gruppi studenteschi». L’aspetto più inquietante è che lo stesso logo, un poliziotto stilizzato che alza un manganello, era stato utilizzato per il manuale anti Nato di Strasburgo. Il «vademecum antirepressione», in inglese e altre lingue, fornisce suggerimenti pratici e legali su come sfuggire alle forze dell’ordine. In neretto si informa i «compagni» di stare attenti perché «è pratica delle forze dell'ordine infiltrare i movimenti sia in piazza che nei commissariati e nelle caserme». A pagina 2, si spiega che «c'è una fase in cui forse ti troverai solo a contatto con le guardie. Cerca di proteggerti sempre la testa e chiuderti a uovo il più possibile fino a quando non sei sicuro che vogliano solo trascinarti e caricarti sul cellulare». Inevitabili i riferimenti, falsificati dalla propaganda, al G8 di Genova: «I poliziotti potrebbero tirare fuori la pistola intimando l’alt. In realtà non lo dovrebbero fare e non possono sparare se non sono minacciati direttamente». A pagina 4, si sollecita a intervenire per liberare i manifestanti fermati. Nel caso i poliziotti vogliano i documenti, meglio stare vicino ai «compagni» e cercare di evadere la richiesta. Una volta presi bisogna fare «massa» e «resistenza» con gli altri dimostranti per ostacolare il lavoro delle forze dell’ordine.
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