E sugli scaffali spuntano pure i libri scritti in arabo

Una sezione di libri scritti in arabo, dedicata ad adulti e bambini provenienti da Paesi di lingua araba, ma anche un laboratorio di lingua e cultura italiana rivolto in particolare alle donne di madrelingua araba. Queste le due iniziative presentate a Roma, nella biblioteca Guglielmo Marconi, che si trova nel quartiere dove risiedono le più popolose comunità musulmana ed ebraica della capitale. «Si tratta di una idea sperimentale e innovativa, rivolta a quelle persone che rischiano di non essere sufficientemente integrate nel nostro tessuto sociale e nella vita pubblica di questa città» spiega la responsabile del servizio intercultura delle Biblioteche di Roma, Gabriella Sanna. «Attualmente, dice, 22 donne hanno aderito al nostro laboratorio di lingua italiana». Punto centrale del progetto «Biblioteche in lingua», spiega il nuovo direttore delle Biblioteche di Roma, Alessandro Voglino, «è il bilinguismo che non soltanto rappresenta una ricchezza da salvaguardare, ma è anche il segreto della convivenza e dell’integrazione». Se la parola d’ordine è integrazione, per l’imam della Moschea della Magliana, Sami Salem Alì, bisogna fare un ulteriore passo avanti. «La comunità islamica in Italia - dice - è già integrata.

Ora vogliamo contribuire alla costruzione della società italiana. Siamo infatti pronti a dare, non soltanto a ricevere». L’ambasciata giordana e quella saudita hanno aderito all’iniziativa donando alcuni volumi alla biblioteca.

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