E sul più bello va in meta un film hard

E dire che non si può nemmeno sostenere che sia stata una partita «oscena», perché si è trattato al contrario di un grande, memorabile Super Bowl. Eppure nella zona di Tucson, città universitaria a sud di Phoenix, a pochi minuti dalla fine, la telecronaca della partita è stata interrotta dall'irruzione di un breve video porno del canale Club Jenna. Nessuno ancora ieri si sapeva spiegare il perché, ed è comunque grottesco che il tutto sia avvenuto in una zona in cui l'eccitazione - ecco, appunto - era al massimo dopo il touchdown che aveva portato in vantaggio per la prima volta gli Arizona Cardinals, proprio la squadra locale. Mentre le decine di migliaia di involontari voyeur cercavano di ricomporsi dalla rabbia, dall'indignazione e dalle risate, Pittsburgh con un paio di azioni quasi miracolose riusciva a sua volta a sorpassare i Cardinals, segnando con un lancio su Antonio Holmes, premiato come miglior giocatore della partita, a 35 secondi dal termine, per il 27-23 finale a favore dei gialloneri, che ora sono la squadra Nfl con il maggiore numero di Super Bowl vinti, sei. L'episodio del «touchdown interruptus» ha aggiunto colore ad un'occasione che nemmeno la crisi economica ha potuto scalfire dal punto di vista emotivo: se è vero che il giorno del Super Bowl è ormai comunemente ritenuto una festa nazionale non ufficiale, non riuscire ad isolarsi per quelle quattro ore sarebbe come svegliarsi il mattino di Natale e non godersi quei due-tre pacchetti sotto l'albero perché per confezionarli hanno usato un nastrino verde anziché rosso. E dunque l'atmosfera all'esterno e all'interno dello stadio era quella solita, di passione civile, con i tifosi delle due squadre che si fotografano a vicenda se trovavano divertente l'abbigliamento scelto, anche se a dire il vero per trovare un tifoso dei Cardinals ci voleva pazienza: il rapporto sarà stato 10 a 1 a favore di quelli di Pittsburgh, ulteriore prova dell'esistenza di quella che viene chiamata Steeler Nation, una sorta di sovra-stato morale popolato da tifosi fedelissimi, riconoscibili per lo sventolio costante di asciugamanini gialli chiamati Terrible Towel, invenzione del 1975 di un radiocronista locale, Myron Cope. Anche per questo è sembrata una partita casalinga per gli Steelers, i cui tifosi avevano riempito tutti i voli di linea da Pittsburgh a Tampa già due giorni dopo la semifinale, facendo lo stesso poche ore dopo con i voli che erano stati aggiunti da un paio di compagnie.
E anche per questo Ken Whisenhunt, coach di Arizona già vincitore di un Super Bowl nel 2006 quando era nello staff degli Steelers, aveva preparato i suoi come se dovessero giocare in trasferta: uno di loro, Larry Fitzgerald, autore degli ultimi due touchdown dei Cardinals, era seguito in tribuna stampa dal padre, Larry senior, direttore di un piccolo settimanale del Minnesota.

Larry papà era al suo ventinovesimo Super Bowl, e domenica si è mantenuto fedele all'incrollabile principio, rispettato in America da qualunque giornalista che si rispetti, del «no cheering in the pressbox», niente tifo in tribuna stampa: chi gli era vicino ha sbirciato i suoi appunti e notato che i due touchdown erano stati annotati con la medesima scritta, che più scarna non si può: td, Warner to Larry. Ovvero, touchdown, passaggio di Warner a Larry.

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