E Tronchetti accusa: colpa di una politica debole

I fatti oggetto dell’inchiesta li abbiamo scoperti e denunciati noi

Marcello Zacché

da Milano

«Io sono qui stasera per chiedervi un aiuto». Marco Tronchetti Provera ha concluso così, con questo irrituale appello, la conferenza convocata ieri per parlare, per la prima volta dallo scoppio del caso Telecom, con la stampa. L’«aiuto» sarebbe necessario per ristabilire la veridicità dei fatti che, secondo Tronchetti, è stata pesantemente distorta dai media di tutto il Paese. A cominciare dal punto fondamentale: in questa storia «Telecom e Pirelli sono parti lese».
È un Tronchetti che, dopo due settimane di silenzio, passa all’attacco, come per tentare di rompere un accerchiamento. E lancia un’accusa pesante: «C’è una zona grigia del Paese che tenta di fare profitti approfittando della debolezza della politica. Ma alla fine dovrà venire allo scoperto». Nessun riferimento aggiuntivo sulla «zona grigia», presumibilmente individuata in aree istituzionali e finanziarie deviate.
Qualcosa di più sulla debolezza della politica: «In questa sede non voglio parlare delle istituzioni - ha detto ancora riferendosi a governo e magistratura - ma ci sono momenti di instabilità della politica». Come a suggerire, forse, una valutazione sull’attuale equilibrio politico del Paese. O forse, chissà, sulla caducità dell’attuale governo. Ma questo Tronchetti non l’ha detto.
Il presidente della Pirelli e di Olimpia (dimessosi 10 giorni fa dal vertice di Telecom, società di cui Olimpia è il primo azionista, a sua volta controllata dalla Pirelli) ha parlato per un’ora dando l’impressione di essersi preparato ad affrontare un ambiente ostile. E lo ha fatto in solitudine, senza essere affiancato da alcun collaboratore. Ha attaccato su tre punti.
Primo: la solidità di Pirelli, Olimpia e Telecom. Non sono gruppi in difficoltà, assediati dai debiti. «La situazione non è come nel 2001 - ha ricordato - quando abbiamo rilevato Telecom. Da allora abbiamo fatto 12 miliardi di svalutazioni e la società è oggi sana, produce cassa e ha un debito sostenibile. Abbiamo un piano industriale che ha una sua logica e che non ha niente a che vedere con i soci che ci sono a monte, Olimpia e Pirelli». Al mittente le accuse di drenare risorse da Telecom: «Pirelli non ha mai incassato una lira di dividendo da Telecom». E «Olimpia ha sempre camminato sulle sue gambe. A fine anno avrà debito per meno di tre miliardi, linee di credito fino al 2011, 200 milioni di risultato netto». Mentre «Pirelli ha 2 miliardi di debiti, più 1,4 miliardi di linee di credito, con 700 milioni di margine operativo lordo (inclusa Pirelli Re) e 5 miliardi di attivo. Non è in programma alcun aumento di capitale: queste sarebbero le società in crisi?».
Secondo: l’inchiesta della Procura sulle intercettazioni. Ebbene, dice Tronchetti, «io ho letto tutte le 344 pagine dell’ordinanza del gip: il termine “intercettazioni di Telecom Italia” non esiste, non è mai riportato». Inoltre, ribadisce Tronchetti, «la società e i vertici sono totalmente estranei».
Terzo: Telecom vittima. «Dalle 344 pagine dell’ordinanza emerge più volte che Telecom e Pirelli sono parti lese. Sono loro i soggetti danneggiati». Non solo. I fatti di cui si occupa l’inchiesta sono stati denunciati da Telecom e Pirelli alla magistratura, dice Tronchetti. Ma «li abbiamo ritrovati sulla stampa come se fossimo noi i responsabili, e non quelli che li avevamo scoperti». E tutto questo, per il presidente di Pirelli, è «una realtà documentata». Mentre quella che è emersa è «una campagna che tende a screditare l’azienda e il gruppo».
Fino, dice Tronchetti, al fatto più indegno: la questione dei depositi della Banca del Gottardo, riportata da vari giornali, secondo la quale da questi conti (intestati a Tronchetti e all’ad di Telecom e Pirelli, Carlo Buora) sarebbero state fatte operazioni che avrebbero danneggiato il gruppo Pirelli. Si tratta di una deposizione rilasciata da un ex dipendente della banca ai magistrati. Mentre lo stesso soggetto era stato denunciato dagli stessi vertici di Pirelli alla magistratura. Ebbene, si indigna Tronchetti, «la deposizione di persona che ha tentato un ricatto è diventata la verità, mentre a chi ha fatto la denuncia non è stato dato spazio». La difesa è stata estesa sia a Carlo Buora, sia a Carlo Puri Negri, il numero uno di Pirelli Re che è stato anch’esso tirato in ballo nella faccenda, e che ha smentito ogni coinvolgimento: «Io, come Buora e Puri, siamo persone per bene».
Sul futuro delle società Tronchetti ha ribadito l’impegno di Pirelli, lasciando però porte aperte: «Non escludo niente in Olimpia. Posso solo dire che Pirelli ha intenzione di mantenere la propria posizione. Al momento compriamo, poi vedremo».

In ogni caso, «non è necessario alcun rifinanziamento di Olimpia fino a quando il titolo Telecom sarà sopra i 1,3 euro». Infine, per quanto riguarda le partecipazioni non strategiche che Pirelli ha annunciato di mettere in vendita per 400 milioni, andranno in porto «entro un mese».

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