Ecco gli aiuti Ue contro gli sbarchi: 3 funzionari

Dopo il diverbio con Maroni, Bruxelles si vantò di aver attivato in tre giorni navi ed elicotteri del Frontex. Ma è tutto sulla carta: a Lampedusa ci sono solo tre inviati. E chi ospiterà i profughi? Risposta: "Teneteli voi"

Tre anime in pena mandate da Bru­xelles a Lampedusa. Si aggirano per l’isola e chiedono: «Va tutto bene con i riconoscimenti degli immigrati?». So­no i funzionari dell’Agenzia Frontex, inviati dopo le pressioni di Maroni e il rimprovero fatto all’Italia dal commis­sario europeo Cecilia Malmstroem, che accusava il nostro Paese di non aver avanzato richieste per l’emergen­za sbarchi, «in caso contrario, la Com­missione avrebbe attivato una missio­ne europea, che in poche ore avrebbe portato a Lampedusa uomini e mez­zi ». Ma l’Ue, sul piano operativo, sta sfiorando il ridicolo. Sono arrivati solo tre funzionari. Lunedì. Senza mezzi, né propositi.

Tanto che a mettere a punto un pia­no di intervento è il Viminale, che cura i contatti con i responsabili Affari Inter­nazionali di Bruxelles. Ancora ieri il portavoce della Malmstroem spiega­va che la missione «Hermes» si basa su 30 esperti provenienti da mezza Euro­pa, 4 aerei e 2 elicotteri per il pattuglia­mento. Ma dove sono? Sulla carta. Per­ché l’attivazione della missione euro­pea, lanciata due giorni fa dall’ Agen­zia Frontex, fa registrare alla Capitane­ria di porto «nessun mezzo inviato per le ricognizioni marittime». Intanto dal­la Guardia Costiera fanno sapere che neppure i tre si sono visti, dunque «la missione non è affatto iniziata come dicono». Un’amara constatazione che compatta gli operatori italiani a Lam­pedusa, impegnati invece al massimo. E che trova conferme anche allo Stato Maggiore della Difesa, dove si ironiz­za: «A meno che l’invio non sia immi­nente senza averci informato...». Non esiste dunque alcun piano “europeo” d’intervento,capace di muoversi subi­to; come comunicato con stizza dalla Commissione.

Ieri un’altra voce tutt’altro che soli­dale. Secondo una fonte diplomatica, i governi del Nord Europa sarebbero pronti a sostenere che il rimpatrio de­gli illegali, e la valutazione delle do­mande d’asilo, spetta solo al Paese in cui approdano. Dunque: «l’Italia non conti sullo smistamento in Europa». Ma su tre funzionari. Appiedati. Che al momento rappresentano i potenti mezzi dell’Ue. L’Italia si trova dunque a fronteggiare l’emergenza da sola. Lo ha chiarito ieri il portavoce della Malm­stroem, dicendo che la missione Her­mes «è ancora in corso di definizione». In mare ci sono solo mezzi italiani. Guardia Costiera, Marina, Finanza, ae­rei. Da Bruxelles un annuncio. Fumo­so. Tutt’altro che in grado di frenare l’ondata libica pronosticata. Il gover­no chiede assistenza soprattutto per le frontiere. Mezzi e denaro da impiega­re in operazione. Finora in acqua c’è solo l’Italia. E il supporto comunitario sembra ridimensionarsi sempre più.

Ieri il centro di Lampedusa ospitava 1.001 migranti, quando potrebbe acco­gliere solo 700. E i tre funzionari Fron­tex non si sono neppure visti. La mio­pia europea non fa previsioni. Non ascolta gli allarmi dell’intelligence gi­rati a Bruxelles. E se da 48 ore la rottura del confine libico dove sono saltati i collegamenti con le autorità referenti è già una realtà, risponde con uno stand by. Perché alla Commissione «non risultano arrivi dalla Libia». Gli sbarchi complessivi sono stati circa 5.400. Sulle spiagge tunisine sono tor­nati i carri armati e le reti per impedire le partenze. Ma sulle coste libiche non ci sono più controlli. La Finanza parla di mancanza di interlocutori e la Cro­ce Rossa in Sicilia si prepara al peggio. Il suo Nucleo di Valutazione esamina le necessità di assistere i migranti del Residence degli Aranci di Mineo, nel Catanese. Dove potrebbero giungere centinaia di persone.

Tutti gli attori concordano con il mi­nistro Maroni: da soli non siamo in gra­do di fronteggiare l’emergenza umani­taria libica. Dal confine del sud, Niger-Ciad-Sudan, in migliaia premono per raggiungere il Vecchio Continente. Maroni ha chiesto all’Europa 100 mi­lioni.

Cifra per cui si cerca almeno il sostegno di Spagna, Francia, Grecia, Cipro e Malta in una riunione prevista per oggi a Villa Doria Pamphili. Per convincere Bruxelles con le armi della politica, viste le prese di posizione di Germania e Finlandia, tutt’altro che solidali.

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