Ecco come azzerare in 3 anni il deficit sanitario

Ecco come azzerare in 3 anni il deficit sanitario

Obiettivo principale: rientro dal debito. Tempo necessario: 3 anni. Azioni di governo: 5 passi coordinati per il controllo della spesa. Effetti: sburocratizzazione dell’accesso alla salute e alla prevenzione. Quasi un’equazione analitica che supporta quelle che sono certezze chiare e convincenti per la candidata del PdL sul comparto socio-assistenziale. La sua «voglia di riscatto sulla sanità del Lazio». E c’è voluta una platea “tecnica” - circa 500 persone - fatta di medici, farmacisti, specialisti di laboratorio e operatori sanitari in genere affinché Renata Polverini si lasciasse andare a un’anticipazione spedita e pragmatica di quelle che saranno le linee portanti del programma sanitario da attuare una volta che si sarà guadagnata la presidenza della giunta regionale. L’altra sera all’Ergife di via Aurelia, la candidata del PdL, partecipando a un incontro conviviale organizzato dai fratelli De Lillo (Stefano, il senatore del PdL, Fabio assessore capitolino all’ambiente e Giuseppe Maria, presidente di Cuore Azzurro e candidato alla regione nella Lista Polverini) e da Vittorio Contarina, presidente della commissione Lavori pubblici del municipio XVIII, ha delineato i primi contenuti del programma sanitario senza comunque scendere nel dettaglio delle storture che hanno caratterizzato i cinque anni di giunta Marrazzo.
Come se ne esce? La Polverini va subito all’essenziale: «Gli amministratori della sanità che hanno prodotto debiti cospicui senza provvedere a stilare un piano economico di risparmio per l’azienda sanitaria saranno allontanati dall’incarico senza possibilità di rinnovo contrattuale». Se la prende con i manager incapaci del controllo della spesa, accusandoli del fatto che le condotte gestionali portate avanti non hanno fatto altro che gravare eccessivamente sui costi della sanità e altrettanto di non riuscire a produrre misure idonee al ripiano come per esempio «razionalizzare i centri di costo per le aziende sanitarie. Non è sostenibile che - precisa - per una siringa si spendano più o meno soldi a seconda di chi la acquista». Ma se l’erario è il nodo dolente la politica regionale deve porsi come obiettivo che «la sanità è per i cittadini e bisogna liberarla dai costi della politica. E per rendere più facilmente accessibile il contatto tra assistenza e malato bisogna riorganizzare l’attuale Recup come centro informativo per le prenotazioni sul territorio che contenga tutte le informazioni per l’assistito da facilitarlo nella necessità di fare l’esame clinico richiesto».
Questo obiettivo sottintende una linea di principio che riformuli il sistema di razionalizzazione della spesa. «Occorre organizzare una piattaforma di controllo sulla spesa sanitaria che lavori su intervalli brevi. Così - spiega - si controlla meglio così anche la spesa farmaceutica. Cadenza trimestrale, in modo che la verifica consenta di agire in corso d’opera e non a fine anno quando si redige bilancio e finanziaria».

Pur centrando sempre e comunque l’aspetto economico dell’erario regionale sul quale essenzialmente grava la spesa ospedaliere la Polverini non dimentica la sanità del territorio e considera le farmacie come nucleo informazione e prevenzione, che «assieme alla rete dei medici di famiglia possano collaborare sul territorio e valorizzare assieme anche le strutture ambulatoriali di prossimità».

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