«Ecco cosa bisogna fare per superare il trauma»

Enza Cusmai

da Milano

Il bambino violentato ha bisogno di cure, di aiuto e di solidarietà. Solo così dopo anni di terapia può «guarire» e allontanare per sempre dal suo inconscio l’incubo della sua infanzia. Ernesto Caffo, psicoterapeuta infantile e presidente di Telefono Azzurro, non smette di ripetere che la rete protettiva da avvolgere attorno al minore oggetto di violenze dev’essere «immediata e complessa: soprattutto a scuola e in famiglia».
Diversamente? «L’indifferenza che purtroppo cala attorno al minore gli provoca dei disturbi della personalità che ne potrebbe fare a sua volta un pedofilo». Caffo snocciola i numeri e sostiene che il 30% dei bambini abusati diventano a loro volta dei violentatori. Una percentuale altissima che si potrebbe ridurre se ci fosse più attenzione verso il bambino. «Accade spesso che dopo il clamore della denuncia attorno alla vittima della violenza si spengano tutte le misure di aiuto - spiega Caffo -. Così lui resta solo con il suo trauma e il comportamento acquisito durante la violenza diventa una difesa di fronte al mondo. Diventa a volte violento, con atteggiamenti fortemente erotizzanti. Il minore viene emarginato dai coetanei, nella scuola e nella famiglia e gli vengono a mancare le figure che dovevano proteggerlo».
Il bambino violentato dunque è un bambino diverso. «Queste piccole vittime restano da sole, non aiutate dalle strutture pubbliche che organizzano poco e niente per loro - aggiunge amaro Caffo -. Spesso sono affiancati da persone che tendono ad affossare il problema sperando che il tempo cancelli il fattaccio. La mamma che ha accanto a se il bambino violentato, magari dal convivente, si sentirà colpevole. E tenderà a cancellare il passato». Un gravissimo errore perché in questi casi «la sofferenza di un bimbo abusato diventa violenza su altri bambini una volta diventato adulto».


Ma un minore può superare la violenza subita? «Si può ottenere un grande miglioramento con una terapia adeguata e efficace. Ma se l’esperienza della violenza è prolungata nel tempo e il ragazzo non ha un sostegno familiare e sociale adeguato, diventa difficile».

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