Andrea Macco
Mens sana in corpore sano, dicevano gli antichi. A quei tempi c'erano da affrontare grandi epidemie e carestie, oggi il nemico da affrontare ha cambiato aspetto, ma, come un guerriero indomito dai mille tentacoli continua la sua battaglia contro la nostra salute. Uno di questi tentacoli che ci soffoca - è proprio il caso di dirlo - ogni giorno è quello dell'inquinamento presente nell'aria che respiriamo. Gli scienziati ed esperti del settore lo chiamano «particolato atmosferico», tradotto al volgo «polveri sottili». Nell'aria sono disseminate una miriade di particelle, loro aggregati e composti molecolari che possono andare dalle dimensioni di qualche decina di millimetro fino a qualche nanometro, cioè, circa un miliardesimo di metro. E più questi agglomerati sono fini più possono insinuarsi nei nostri polmoni, lì depositarsi e provocare conseguenti danni per la nostra salute.
La Legge italiana ha predisposto in tutte le città un monitoraggio attento di questo particolato atmosferico, prendendo in esame in particolare il cosiddetto PM10, cioè tutte le polveri presenti nell'aria che hanno un diametro medio inferiore a 10 micrometri, ossia 10 milionesimi di metro.
Girando per la nostra città è dunque possibile incontrare da diversi anni, in svariate zone, alcune centraline di rilevamento di queste «polveri sottili». La raccolta dei campioni è su scala giornaliera: alla mezzanotte di ogni giorno lo strumento inserisce un nuovo filtro bianco e alla mezzanotte successiva lo sostituisce con uno nuovo. Penso che sarebbe sufficiente mostrare uno di questi filtri, magari estratto dalla centralina di Brignole o da quella di Cornigliano, per fare capire ai cittadini quanto sia sporca l'aria che respirano! Visto di persona, fa veramente impressione un filtro che nel giro di 24 ore passa da bianco a completamente nero e che resta un po grigetto nelle centraline più fortunate.
La legge (D.M.60 del 2 aprile 2002) parla allora chiaro: la concentrazione di PM10 non deve superare i 40 microgrammi per metro cubo al giorno. I risultati dell'Università di Genova parlano altrettanto chiaro: a Brignole e a Cornigliano si è molto spesso, quasi sempre, oltre questo limite di soglia!
Vi invitiamo per chiarezza a dare un'occhiata ai grafici che riportiamo: mostrano l'andamento del particolato atmosferico campionato nell'arco di un mese dalle stazioni di Brignole (di fronte alla Stazione, vicino al capolinea dei bus), di Cornigliano (sopra la rimessa Amt) e di corso Firenze. Come si può notare, mentre i residenti delle alture genovesi godono senz'altro di aria migliore (in tutto il 2005 si è superato il limite di soglia solo in 2 giorni!), quelli del centro città non possono certamente dirsi altrettanto fortunati. E neppure quelli di Cornigliano, nonostante la progressiva chiusura delle industrie in loco stia portando ad una lenta riduzione delle concentrazioni di PM10 e, nella fattispecie, degli elementi chimici derivanti proprio dai prodotti industriali.
Infatti, grazie alle moderne tecniche di analisi in «fluorescenza X» utilizzate dall'Università di Fisica di Genova in collaborazione con l'Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn), è possibile non solo stabilire con assoluta precisione la concentrazione di particolato atmosferico in aria ma anche studiarne l'esatta composizione chimica.
Questo, unitamente a studi statistici, permette di poter evidenziare le possibili fonti di inquinamento o la provenienza dei vari composti chimici che inaliamo quotidianamente.
Ad esempio, nell'aria di Cornigliano si è osservata una forte correlazione tra Silicio, Ferro e Manganese, tutte elementi di provenienza industriale. Su tutto il territorio è individuabile poi una presenza congiunta di elementi dovuti alla combustione di carburanti (benzina e Diesel) quali Piombo, Zolfo, Rame, Zinco e di quelli dovuti alla combustione di oli quali Vanadio, Nichel, Zolfo.
A conferma dell'attendibilità dei dati, vi è il fatto che le concentrazioni di questi stessi elementi risultano abbattute nei giorni festivi e ancora di più nelle domeniche verdi. Si pensi che durante i giorni del G8, dove l'intera zona del centro era stata isolata, si toccarono i minimi storici nella concentrazione del particolato atmosferico in aria a Genova.
Gli strumenti di rilevamento sono così precisi che, senza sapere quali siano state le condizioni meteorologiche nei giorni della raccolta, dall'analisi degli elementi presenti, si riesce a capire se vi sia stato un temporale (abbattimento totale della concentrazione: le piogge portano al suolo le polveri in aria rendendola così nettamente più pulita. L'afa e il caldo fanno il processo opposto!), o se vi sia magari stata una mareggiata o il passaggio di una perturbazione marina (aumento della concentrazione di Cloro e Bromo, presenti nell'aria marina). La presenza di altri elementi è infine imputabile a processi naturali o alla composizione del suolo e su questi è difficile poter intervenire direttamente. Ma come mostrano i grafici relativi a Brignole e Cornigliano, le percentuali maggiori sono proprio imputabili a sorgenti antropiche, ossia legate all'uomo e vale a dire il traffico veicolare (Brignole) e i processi industriali (Cornigliano).
Qualcuno si domanderà infine come sia la situazione in tutte le altre zone del capoluogo ligure. L'Università di Genova opera un monitoraggio anche sulle centraline di rilevamento in corso Firenze (Castelletto-Righi), via Dodecaneso (Albaro), Multedo, Cogoleto, passo dei Giovi; a Multedo la qualità dell'aria è mediocre, mentre negli altri siti è decisamente buona, al posso dei Giovi addirittura eccellente (la media annuale è di soli 8 microgrammi su metro cubo!).
La Provincia di Genova esegue un monitoraggio più capillare (ma non effettua l'analisi in composizione chimica dei campioni); oltre a quelle già citate, le altre centraline di raccolta sono presenti in Piazza Masnata (Val Polcevera), Quarto, Busalla, Corso Europa (altezza via S. Martino), Via Piacenza, Via Vecchia (Val Bisagno), Via Bordighera (Prà), Via Ventimiglia (Voltri), Porto Antico, Via S.Bartolomeo del Fossato (Sampierdarena). Tra queste risultano superare per vari giorni l'anno il limite di legge di 40 microgrammi per metro cubo quasi tutte le postazioni del centro (corso Europa, piazza Masnata, via Vecchia) oltre a Busalla e Voltri.
Complessivamente, le centraline ove la media della concentrazione annuale di PM10 in aria risulta superiore ai limiti di legge sono: Cornigliano e Brignole in primis, seguiti a ruota da Busalla, piazza Masnata e corso Europa. Vi domanderete allora come mai non vengano adottati dei provvedimenti come previsto dalla legge. Perché si assista al blocco del traffico o alla circolazione a targhe alterne occorre che almeno 5 centraline contemporaneamente sforino il limite di legge e questo non capita generalmente mai sul territorio genovese. Tuttavia ciò non significa che i cittadini della zona di Brignole, piuttosto che quelli di corso Europa o di Busalla, Voltri e Cornigliano, non debbano un minimo preoccuparsi per la qualità dell'aria che respirano quotidianamente!
Se gli esperti dicono infatti che via sia addirittura un'aumento della mortalità dell'1 per cento per ogni 10 microgrammi di PM10 depositato nei nostri polmoni, i cittadini si consolino pensando che tutto sommato Genova gode ancora dei flussi d'aria benevoli provenienti dal mare e del gagliardo vento di tramontana, unico, insieme alle piogge, in grado di abbattere via la cortina di smog che ci attanaglia, evitando così che la situazione assuma toni assai più critici. I dati che provengono da Firenze e di Milano, con cui l'Università di Genova collabora, negli stessi periodi di campionamento, sono assai peggiori e non lasciano rimpiangere per nulla le terre liguri. Se a Genova si ha una concentrazione media globale pari a 11 microgrammi su metro cubo, a Firenze troviamo più del doppio e a Milano si sfiorano addirittura i 50 microgrammi su metro cubo!
La buona collaborazione instaurata a Genova tra l'Università di Fisica e l'Amministrazione Provinciale lascia sperare che nei prossimi anni si possa ulteriormente migliore la qualità dell'aria della nostra città. L'auspicio è che possa venire adottata, in particolare, una politica volta a contenere il peso della componente antropica nella concentrazione del PM10, così come è stato fatto per il piombo, ormai rilevabile in quantità minimali, ben inferiori ai limite di legge, su tutto il territorio cittadino.
Ai cittadini che vogliano fare un po' di corsa sportiva per far «respirare i polmoni» consigliamo perlomeno di non effettuarla per le vie del centro dove il risultato sarebbe opposto a quello desiderato: basta trasferirsi sulle alture di Righi e dintorni per rendere l'attività sportiva molto più salubre!
Per chi invece fosse interessato a conoscere più dettagli circa le tecniche di rilevamento del particolato atmosferico o volesse consultare tutti i dati raccolti in questi anni dall'Università di Fisica di Genova, può visitare il sito internet: www.ge.infn.it/iba/index.html.
Si ringrazia a questo proposito il professor Paolo Prati e il Laboratorio di Fisica Ambientaria e Santitaria del Dipartimento i Fisica per i dati forniti.
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