«Ecco l’identikit del sindaco vincente»

Erika Falone

Forza Italia si rimbocca le maniche e apre la strada per la ricerca di un candidato sindaco del centrodestra. E parte dall'incontro diretto con i cittadini per capire qual è il sindaco che vogliono loro, e soprattutto perché dev’essere scelto da loro: «Non possiamo perdere tempo - tuona il capogruppo azzurro nella Sala rossa di Tursi, Giuseppe Costa, che ha organizzato l’appuntamento -. Le elezioni amministrative del 2007 sono... domani mattina. Non possiamo permetterci di lasciare l’iniziativa alla sinistra, parliamoci per tempo e, in particolare, ascoltiamo la gente». Entra in gioco, Forza Italia, mobilitando tutte le sue forze, calcando la mano sull'appello già lanciato da Alleanza Nazionale e da Sandro Biasotti: un unico candidato della Casa delle libertà, per tutto il centrodestra che, «solo se unito, può vincere». Dall'incontro che si è tenuto ieri pomeriggio a Tursi quel che è uscito non è ancora il nome del sindaco. Ma un identikit preciso di quello che il futuro candidato alla successione di Giuseppe Pericu deve e non deve essere, e dei programmi che sarà chiamato a interpretare e condurre a compimento. Si è parlato di lui, quindi, quasi come un demiurgo che deve realizzare il sogno di città. Ma, al di là dei sofismi, si è parlato di «lui» - che per ora è quasi un'entità astratta - come una persona che deve essere anche impegnata nel sociale, e venire, perché no?, dalla società civile, non necessariamente dall’ambito dei partiti. Nella sua lista di problemi da risolvere, devono venire prima quelli dei genovesi e di Genova, molto prima cioè di quelli dei nomadi e degli extracomunitari. Ma poi, chi ha detto che dev’essere un «lui»? Ci si trova tutti d’accordo, comprese le rappresentanti del gentil sesso, sul fatto di puntare su un candidato donna. «Io un nome ce l’avrei - provoca Davide Viziano -, ma non lo dico. Però, vi assicuro che esiste ed è una personalità validissima». L'incontro, il primo, ma probabilmente non l'ultimo, vista anche l’adesione entusiasta e oltre le previsioni del pubblico, ha segnato la via per quello che potrebbe essere il programma e la campagna elettorale da portare avanti. Assemblea aperta e microfono rigorosamente libero: era questa la promessa degli organizzatori, e Costa e il moderatore Ferruccio Repetti l’hanno voluta rigorosamente mantenere. Quindi, dopo le tre introduzioni - l’aspetto urbanistico, quello economico e quello sociale, trattate rispettivamente e in profondità dall’architetto Vigna, da Andrea Bruni e da Mario Baroni - hanno preso in successione la parola i presenti, risoluti a incalzare i «vertici che decidono troppo spesso le scelte fondamentali in via riservata, senza coinvolgere la gente comune». Ciò che è emerso con forza è che il centrodestra si vuole preparare per tempo allo scontro per lo scranno di Tursi. L'obiettivo sarebbe arrivare a dare un volto al candidato prima del prossimo autunno. Per battere sul tempo un avversario che si permette di scegliere tattiche e volti da proporre all'elettorato anche all'ultimo momento, certo com'è di vincere in una città rossa per tradizione come Genova. Ma, attenzione. Non sono solo quelli «di destra», i voti da prendere. Nasce l'esigenza di puntare sui delusi del centrosinistra, sugli indecisi che sentono già oggi l'esigenza di un cambiamento di rotta. È stata vista quindi come indispensabile la creazione di un partito ben organizzato che sia presente anche a livello capillare, in Comune come nelle circoscrizioni e nelle piccole organizzazioni - su questo hanno insistito particolarmente Fabio Costa e Ferruccio Barnaba -, un partito, insomma, che non perda mai il contatto con la realtà cittadina. Tra il pubblico era rappresentato tutto l'elettorato di centrodestra, e di ogni età. Critiche costruttive, consigli, tattiche. In sala, tutti hanno cercato di intervenire, e dare il loro contributo a creare il profilo ideale. Appuntamento aggiornato - promette Costa - a ulteriori occasioni.

«L’obiettivo - raccoglie la sfida Gianfranco Gadolla - è presentare un candidato all’altezza. Non è detto che si vinca subito, ma almeno dobbiamo crederci, e mettere fieno in cascina per la prossima occasione». Erika Falone

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