Politica

Ecco l’uomo che ha ideato l’attentato

Origine incerta, ha 30 anni ed è figlio di un predicatore wahabita

Fausto Biloslavo

La caccia alla mente dell’attacco terroristico di Londra è legata a un incontro segreto fra i nuovi colonnelli di Al Qaida, che si svolse fra i monti della zona tribale a cavallo fra Pakistan e Afghanistan nel marzo dello scorso anno. Il «quinto uomo» ricercato da Scotland Yard, che avrebbe consegnato l’esplosivo ai kamikaze e dato il via all’attacco, sarebbe di origine pachistana. Un operativo di Al Qaida, poco noto all’intelligence, che secondo la Bbc è arrivato in Inghilterra due settimane fa e avrebbe già lasciato il Paese. Non solo: almeno uno dei kamikaze era entrato in contatto in Pakistan coi gruppi radicali legati ad Al Qaida.
Il Times di Londra scriveva ieri che il «quinto uomo» è sospettato di essere collegato ad un importante personaggio che ha preso parte a una riunione del terrore di Al Qaida, 16 mesi fa, durante la quale venne preparata una lista di futuri obiettivi. Fra questi il sistema di trasporti di Londra e l’aeroporto di Heatrow. Il Giornale ha ricostruito la riunione del marzo scorso in Waziristan, una regione dell’area tribale pachistana attaccata al confine afghano, dove si rifugiano i resti dei talebani e di Al Qaida. All’incontro del terrore hanno partecipato tre operativi di spicco della rete di Osama bin Laden. Due sono stati arrestati e solo uno, Adnan El Shukrijumah, è ancora in circolazione e potrebbe essere il mandante dell’attacco di Londra.
A rivelare la storia della riunione fu il presidente pachistano Pervez Musharraf. Oltre a El Shukrijumah parteciparono all’incontro Abu Hissa Al Hindi, che arrivava da Londra e Mohammed Junaid Babar, un pachistano che viveva a New York. Al Hindi è il capo della cellula in sonno di Al Qaida nella capitale inglese arrestato lo scorso anno assieme ad altri 13 sospetti, dopo che in Pakistan era finito nella rete un giovane informatico di Al Qaida, Muhammad Naeem Noor Khan. Fra i file del suo computer saltò fuori la vita nell’ombra di Al Hindi. Babar arrivò alla riunione in Waziristan con rifornimenti e contanti per i resti di Al Qaida rifugiati nella zona tribale. Al suo ritorno a New York venne arrestato e cominciò a parlare.
Grazie alle sue confessioni, alle informazioni dell’intelligence pachistana e ai file che incastravano Al Hindi si è scoperto che la riunione delle nuove leve di Al Qaida era servita a preparare un lista di obiettivi da colpire. Oltre ad alcuni negli Usa, la lista citava Londra. Non solo: il ministro degli Interni pachistano, Aftab Ahmed Khan Sherpao, ha rivelato che Islamabad aiutò i servizi di Sua Maestà a sventare un attentato durante le elezioni inglesi dello scorso maggio.
Per informazioni sull’unico latitante della riunione fra i monti, Adnan el-Shukrijumah, l’Fbi offre 5 milioni di dollari. Trent’anni, faccia da bravo ragazzo, carnagione olivastra, barbetta appena accennata è considerato uno dei più pericolosi operativi di Al Qaida, dopo la disfatta afghana. Nel mondo dell’intelligence lo chiamano il «secondo Atta», dal nome del capo dei dirottatori che l’11 settembre si schiantarono contro le Torri gemelle. Il motivo è legato al fatto che El-Shukrijumah ha un brevetto da pilota commerciale. I suoi parenti vivono in Florida ed il padre, deceduto da poco, era un predicatore wahabita.
El-Shukrijumah, che ha vissuto in Marocco, utilizza passaporti sauditi, canadesi, di Trinidad e della Guyana. Addestrato nei campi afghani di Al Qaida sulla confezione di bombe sporche, è oramai diventato uno dei nuovi colonnelli. L’Fbi comincia a cercarlo nel 2003, ai tempi dell’invasione dell’Irak. Nel maggio del 2004, dopo la riunione sui monti del Waziristan, il procuratore generale americano, John Ashcroft, fa il suo nome, assieme ad altri sei ricercati che starebbero cercando di entrare negli Stati Uniti dal Messico, per compiere un attentato spettacolare. Un mese dopo il ministero della Sicurezza dell’Honduras lo segnala in zona per pianificare un attentato al canale di Panama.
Altri legami sono dimostrati dal fatto che uno dei kamikaze di Londra, Shehzad Tanweed, si è recato in Pakistan, per la prima volta nel 2003. In quell’occasione ha conosciuto, secondo i servizi di Islamabad, Omar Nazir, ora in carcere, che attaccò una chiesa anglicana. Nazir faceva parte del Jahis e Mohammed (l’esercito di Maometto), un gruppo radicale sunnita posto fuori legge e vicino ad Al Qaida. Tanweed tornò in Pakistan nel 2004.

Anche Mohammed Sadique Khan era un altro pendolare con il Pakistan, dove aveva frequentato le madrasse, le scuole coraniche, che furono serbatoio dei talebani.

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