Come pilota era bravo, arrivò fino alla Formula 3. Come manager di un team automobilistico anche; ma il mondo delle corse è aleatorio. Ti va bene per qualche anno, poi il vento gira e ti ritrovi a piedi. Fabio Talin sarebbe potuto finire come tanti quarantenni di quel mondo: a vivere di ricordi. E invece oggi è un imprenditore di successo, che le gare le guarda in tv, quando ha tempo. Già, perché la sua attività lo assorbe al 100 per cento e lo costringe a girare il mondo. Il suo gruppo, TrueStar, ha oltre cento punti vendita in dieci Paesi e dà lavoro a 460 persone. Avvolgendo le valigie nella plastica prima dellimbarco su un aeroplano.
Unidea semplicissima, eppur geniale. Realizzata andando controcorrente. Fabio Talin, veneto di Valdagno, oggi è un 43enne dai modi posati e alla mano. Non se la tira e non vanta meriti che non gli appartengono. Quando gli chiedi se abbia inventato lui le macchine che siamo abituati a vedere negli aeroporti, risponde di no. «Nel 1991 li produceva unazienda che però era sullorlo del fallimento», ammette con onestà. Il suo merito fu quello di correggere limpostazione di base, che era sbagliata.
«Nellera dellautomazione io ho fatto esattamente il contrario: ho reintrodotto il servizio manuale e personalizzato». Quelle macchine erano completamente robotizzate, ma si inceppavano spesso. Lutente doveva inserire una scheda magnetica e se cera qualcosa che non andava nessuno lo assisteva. «Tolsi tutti gli automatismi e affidai le operazioni di avvolgimento con il cellophan a un addetto. Inoltre ribaltai limpostazione commerciale: anziché tentare di vendere le macchine agli aeroporti, io chiedevo loro una concessione, dunque pagavo un affitto e mi occupavo di tutto». Unidea in apparenza bizzarra, tanto più che per far quadrare i conti dovette raddoppiare il prezzo al pubblico, da 5 a 10mila lire. Ma funzionò. Oggi TrueStar Group fattura 25 milioni di euro, ha un indebitamento irrisorio, ed è leader mondiale del settore.
Molte cose sono cambiate rispetto agli esordi. E non solo perché il servizio, inizialmente limitato a Malpensa e Linate, ora è proposto in 35 scali. Limpostazione è rimasta la stessa, ma il modello daffari è diventato più elaborato, da piccola multinazionale, assecondando esigenze che qualche anno fa sembravano secondarie e che invece sono diventate importanti.
«Oggi cè più attenzione alle condizioni igieniche. Impacchettando si scongiura il rischio di portare in camera dalbergo, o in casa, sporcizia, pulci, cimici, insetti vari. Si riparano i bagagli dalla pioggia, ci si cautela contro il rischio di manipolazioni e di furti. E in aeroporti dove i bagagli vengono sovente smarriti, si ottiene una protezione in più, azzerando i rischi economici», racconta Talin.
«Le valigie avvolte nella plastica verde sono facilmente riconoscibili negli immensi depositi dove finiscono i bagagli persi. Inoltre ogni pacco è dotato di unetichetta a lettura ottica che permette unidentificazione immediata. Quando la borsa non arriva a destinazione basta rivolgersi al nostro call center: saremo noi a occuparci delle pratiche con la compagnia aerea. E se alla fine la valigia non si trova, ripaghiamo fino a 3mila euro». La TrueStar, che inizialmente si chiamava Securebag, oltre a impacchettare, garantisce una copertura assicurativa con la compagnia americana Aig.
Talin controlla il 100% della società, da quando Paolo Berlusconi ha ceduto le proprie quote dopo essere stato socio per una decina danni. Intanto pensa a nuove iniziative in un settore che comunque è abbastanza aleatorio. «L11 settembre fece crollare le vendite, eravamo molto esposti a Buenos Aires quando esplose la crisi finanziaria in Argentina, e poi la Sars, la crisi dellAlitalia...», narra evocando i momenti difficili. «Ma alla lunga le prospettive di crescita sono eccellenti», assicura. Talin sta considerando la quotazione in Borsa.
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